Home Insegnamenti Testi fondamentali Prajñāpāramitā Ratnaguṇasaṃcayagātha – Sutra della Perfezione della Saggezza – Capitolo 27-30

Prajñāpāramitā Ratnaguṇasaṃcayagātha – Sutra della Perfezione della Saggezza – Capitolo 27-30

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CAPITOLO 27

P30-3 Ai saggi, che praticano così, molte congregazioni di dei, 417-2 avendo piegato le braccia distese, in segno di rispettoso saluto, faranno omaggio. Anche i Buddha, tanti come ce ne sono nei sistemi di mondi delle Dieci direzioni, proclamano la ghirlanda delle lodi delle sue qualità.

MARA E’ IMPOTENTE CONTRO CERTI BODHISATTVA

P30-4 Se tanti esseri quanti quelli contenuti in campi innumerevoli come le sabbie del Gange, 417-4 assumiamo che dovessero, per esempio, diventare dei Mara; e se ogni singolo pelo dei loro corpi dovesse di nuovo magicamente creare un serpente, essi tutti non potrebbero ostacolare il saggio.
Per quattro ragioni il potente e saggio Bodhisattva diventa Inattaccabile dai quattro Mara, [e] inamovibile: Egli diventa uno che dimora nella vacuità; e ancora egli non è uno che abbandona gli esseri: egli agisce come parla; egli è sostenuto dai Sugata.

LA VERA ATTITUDINE ALLA TALITA’

P30-6 Il Bodhisattva che ha fede risoluta quando questa perfezione della saggezza, 417-6 la madre dei Tathagata, è stata insegnata, e che pratica il sentiero graduale con risolutezza, dovrebbe essere conosciuto come avente ben intrapreso la via verso l’Onniscienza.
Ma egli non arriva a nessun luogo di sosta nella Talità dell’elemento-Dharma. Egli diventa uno che, come una nuvola, dimora nel cielo senza nessuna base su cui stare, come un mago che, similmente ad un uccello, cavalca il vento che non gli offre nessun supporto, e che, per il potere del mantra, miracolosamente fuori di stagione produce su di un albero fiori pienamente sbocciati.

IL BODHISATTVA DIMORA SUPREMO

P31-1 Il saggio e sapiente Bodhisattva che così pratica 418-2 non diviene uno che si sveglia all’illuminazione, nemmeno ai Buddhadharma, nemmeno uno che spiega, e nemmeno uno che ama e vede il Dharma. Questo è il dimorare di coloro che desiderano la calma,
di coloro che si dilettano nelle preziose qualità. Così tanti come sono gli stati di Discepoli e Pratyekabuddha, associati alla pace e felicità della calma concentrazione: ad eccezione della Liberazione-(dello stato di- Ndt)-Arhat dei Tathagata. Questo dimorare è tra tutti il più alto e insuperabile.

COME E PERCHE’ SI DOVREBBE DIMORARE NELLA VACUITA’

P31-2 Un uccello dimora nello spazio, ma non cade. 418-4 Un pesce dimora nell’acqua, ma non muore. Allo stesso modo il Bodhisattva che attraverso le Dhyana ed i poteri è andato al di là, dimora nella vacuità, ma non raggiunge il Nirvana. Colui che vuole raggiungere la vetta delle qualità di tutti gli esseri, per fare esperienza dell’eccellente, supremamente meravigliosa, Jnana (cognizione superiore Ndt.) di Buddha, per dare il miglior dono del Dharma più alto e supremo, egli dovrebbe ricorrere a quest’eccellente dimorare di coloro che recano beneficio.

CAPITOLO 28

CHI SI ADDESTRA NELLA PERFETTA SAGGEZZA SI ADDESTRA NELLA BUDDHITA’

P31-4 Di tutti gli addestramenti che sono stati rivelati dal Maestro, 418-7 quest’insegnamento è il migliore ed insuperabile. Colui che, saggio in tutti gli addestramenti, desidera andare Al di là, dovrebbe addestrarsi in questa perfezione di saggezza, nell’addestramento di Buddha.

L’INESAURIBILITÀ DELLA PERFETTA SAGGEZZA

P31-5 Questo è il miglior ricettacolo, la miniera del Dharma supremo, 419-1 il tesoro di felicità e benessere di coloro che appartengono alla famiglia dei Buddha. I passati e futuri sapienti del mondo, [e quelli del presente] nelle dieci direzioni, Sono sorti da essa, e ancora l’elemento-Dharma non si esaurisce. Come tutti gli alberi, frutti, fiori e alberi della foresta che ci sono, nati tutti dalla terra ed originati da essa. e tuttavia (la terra) non si esaurisce né aumenta, non si stanca, non deperisce, non discrimina. Il sorgere dei Buddha, Discepoli e Pratyekabuddha, dei, e i dharma che conducono al benessere e felicità di tutto il mondo, – così tanti quanti ne esistono, Essi tutti sono nati dalla saggezza, la più alta perfezione, e tuttavia la saggezza non si esaurisce, e nemmeno aumenta. Cosi come tutti gli esseri che sono presenti nelle basse, medie e alte [regioni del] mondo, sono state tutti, come disse il Sugata, generati dall’ignoranza. Dall’accumulo delle condizioni sorge la sofferenza, sorge il Samara 419-5 sorto dall’ignoranza questo Samsara non finisce né si sviluppa 419-6
Come le molte cause di mezzi abili che esistono e porte e metodi e Jnana, sono tutte nate dalla saggezza, la più alta perfezione. Dall’accumulo delle condizioni sorge la sofferenza, sorge il Samara 419-7 e ancora la perfezione della saggezza non incrementa o diminuisce.

COPRODUZIONE CONDIZIONATA

P32-2 Tuttavia il Bodhisattva che comprende la coproduzione condizionata 419-7-7 come non-produzione e questa saggezza come non-estinzione: come i raggi del sole liberano dal manto di nubi, così egli disperde il manto dell’ignoranza, e ottiene la rinuncia.

CAPITOLO 29

LA PERFEZIONE DELLA CONCENTRAZIONE

P32-3 Coloro di grande potere che dimorano nelle quattro Dhyana Meditative 420-1 non si recano in un luogo in cui risiedere, nemmeno in una casa. Ma queste quattro Dhyana e le loro suddivisioni diventeranno, trasformandosi, le basi per l’ottenimento della suprema ed insuperabile illuminazione.
Colui che ha padronanza nelle Dhyana ottiene la più alta saggezza; e anche quando egli fa esperienza delle quattro più eccellenti Dhyana Senza-Forma, egli fa si che queste Dhyana servano a promuovere la migliore e più alta illuminazione. Ma non è per estinguere gli asrava (contaminazioni mentali) che il Bodhisattva si esercita in queste [Dhyana].
Fantastica e meravigliosa è questa raccolta di preziose qualità. Quando essi hanno dimorato in Dhyana e concentrazione, allora non c’e nessun segno. Quando la personalità di coloro che permasero in questo stato va distrutta, essi rinascono di nuovo nel regno dei desideri, come [e dove] essi avranno progettato. Come alcuni uomini di Jambudvipa che sono stati degli dei nel passato, 420-5 dopo aver raggiunto di nuovo le più alte residenze degli dei, vedessero le dimore contenute in esse, e quindi ritornassero, non facendo lì la propria casa; 420-6 Proprio così questi Bodhisattva, detentori delle migliori qualità, Yogi che si sono addestrati, avendo dimorato in Dhyana e Concentrazione; si stabiliscono di nuovo nel regno dei sensi, senza sostegno, come il loto nell’acqua, indipendenti dai dharma degli sciocchi. Con l’unico scopo di maturare gli esseri,per purificare il campo-[di Buddha], per raggiungere queste perfezioni i Grandi Esseri non si sforzano di ottenere una rinascita nel regno della non-forma, temendo (in quel regno) una perdita di perfezioni e delle qualità dell’illuminazione.
E’ come se una persona, avendo trovato un deposito di gioielli, non generasse intelligentemente desiderio nei riguardi di esso. Qualche volta egli potrebbe prenderne alcuni; possedendoli, tornato a casa, non [ne] desidererebbe altri ? Proprio così i saggi Bodhisattva che hanno ottenuto la calma concentrazione dei quattro Dhyana che danno gioia e benessere,
avendo lasciato andare l’acquisizione della gioia e del benessere delle Dhyana e della concentrazione, entrano di nuovo nel regno dei sensi, compassionevoli per tutti gli esseri.
Quando un Bodhisattva dimora nella concentrazione delle Dhyana, non genera nessun desiderio per il veicolo degli Arhat e Pratyekabuddha: perdendo la concentrazione, diventa distratto nei suoi pensieri e agitato,
perdendo le qualità di un Buddha, (come) un marinaio che soffre il mal di mare. Anche se si applica alle ‘qualità dei cinque sensi’, – Alla forma e suono, e così anche odore e sapore e tatto, libero dal veicolo degli Arhat e Pratyekabuddha, il gioioso Bodhisattva,
l’eroe, dovrebbe essere conosciuto come costantemente concentrato.

LA PERFEZIONE DEL VIGORE

P33-4-5 Essi hanno menti pure e coraggiose e sono uniti alle altre persone ed esseri, [quando] praticano l’eccellente perfezione del Vigore. Come una serva che è sottomessa al suo padrone e non è soggetta a nessun altro, così fanno gli eroi , sottomettendosi a tutti gli esseri.
La serva non controbatte al padrone, anche se subisce abusi, colpi o è picchiata. Eccessivamente spaventata nella sua mente, e presa dalla paura, ella pensa ‘Egli sicuramente mi ucciderà per quello!’ Allo stesso modo il Bodhisattva che ha intrapreso il cammino della più alta illuminazione, dovrebbe comportarsi verso tutti gli esseri come un vero servo.
Grazie a questo egli ottiene l’illuminazione, e la realizzazione delle qualità ha luogo. Il fuoco che si è generato da erba e bastoni, [poi] li brucia. Avendo rinunciato ad un felice destino per se stesso, facendo il proprio dovere nei riguardi degli altri esseri senzienti,
giorno e notte, senza pensieri di esitazione: come una madre, che si prende cura del [suo] solo figlio, Egli dimora inesausto nella sua risolutezza.

CAPITOLO 30

LA PERFEZIONE DEL VIGORE (continua)

P34-1 Il Bodhisattva che desidera rimanere nel Samsara per lungo tempo 422-5 uno Yogi che si sforza alla purificazione del campo di [Buddha] per il benessere degli esseri senzienti, e che non produce il minimo pensiero di scoraggiamento,
è dotato della perfezione del vigore, impavido. Se un poco saggio Bodhisattva conta quanti i koti di eoni e pensa che passerà lungo tempo e sofferenze per ottenere l’illuminazione e per lungo tempo egli soffrirà per ottenere la realizzazione del Puro Dharma Quello è inferiore nella perfezione del vigore, ed essenzialmente indolente.
Iniziando con la produzione del primo pensiero della più alta illuminazione, fino al suo raggiungimento finale dell’insuperabile Beatitudine, se giorno e notte egli persevererà con la sua mente su di un punto, il saggio e sapiente sarà conosciuto come colui che ha posto vigore.
Se qualcuno dicesse: – ‘A condizione che tu faccia a pezzi il monte Sumeru, allora sarai uno che otterrà la più alta illuminazione’ e, se allora [egli] avesse pensieri sulla fatica e sui limiti [dei suoi sforzi], allora il Bodhisattva è affetto da indolenza.
Ma quando nasce il lui il pensiero di consapevolezza – ‘Non c’è difficoltà, in un semplice attimo Sumeru [sarà] ridotto in polvere,’ Allora il saggio Bodhisattva diventa uno che ha posto vigore. Dopo non molto otterrà la più alta illuminazione dei Maestri.
Se egli si esercita con corpo, pensiero e parola, [pensando] ‘avendo maturato [ciò] io lavorerò per il benessere di tutti gli esseri,’
allora, stabile nella nozione di un sé, egli è affetto da indolenza. Egli è molto distante dallo sviluppo meditativo del non-sé come il cielo lo è dalla terra. Quando uno non ha la nozione sia di corpo, sia di pensiero o di un essere, essendosi disfatto della percezione, praticando il Dharma non-duale, ciò e stato descritto da “Colui che conferisce benefici” (come ndt.) la ‘perfezione del vigore’ di quelli che desiderano la beata, imperitura, più alta illuminazione.

LA PERFEZIONE DELLA PAZIENZA

P34-7 Quando egli sente qualcun altro parlare di lui con durezza e offensivamente 423-6 Il saggio Bodhisattva rimane tranquillo, rilassato e contento. [Egli pensa: ‘Chi parla? Chi ode? Come, a chi, da chi?’ Il savio è [allora] devoto alla più alta perfezione della pazienza.
Se un Bodhisattva devoto al prezioso Dharma, rimane paziente, – e se qualcun altro offrisse il trichiliocosmo pieno di oggetti preziosi ai Buddha, Conoscitori del mondo, e agli Arhat e Pratyekabuddha, – [per raffronto] il merito che deriva da quel cumulo di doni sarebbe solo infinitesimale. La personalità di colui che è saldo nella pazienza è completamente pura, P35-2 evidenziata dai trentadue segni, [essa diviene] senza limiti. 424-2 Egli predica il miglior Dharma di Vacuità agli esseri. Caro all’intero mondo diventa il savio e paziente.
Se qualcuno prendesse un cesto con polvere di sandalo, e, con rispetto e affetto, la spargesse sul Bodhisattva; e se un altro gettasse braci accese sulla sua testa, – il Bodhisattva genererebbe la stessa mente verso entrambi. Essendo così stato paziente, il saggio e colto Bodhisattva Dedica quella produzione di pensiero alla più alta illuminazione. L’eroe che rimane paziente in tutti i mondi,
sorpassa sia gli Arhat sia i Pratyekabuddha che si possono trovare nel mondo degli esseri.
Ancora, uno che è paziente dovrebbe generare un pensiero [di questo tipo] – ‘Negli inferni, nel regno degli animali, e nel regno di Yama ci sono molte affezioni, Con i piaceri dei sensi come causa, uno necessariamente farà esperienza ancor di più di ciò che causa dolore. Meglio, con lo scopo dell’illuminazione, essere pazienti oggi!’ ‘Frusta, bastone, spada, assassinio, imprigionamento e botte, decapitazione e amputazione di orecchie, mani e piedi e del naso, e tanti mali come quelli presenti nel mondo, [tutti] questi io sopporterò,’ Quando così pensa, allora, il Bodhisattva dimora nella perfezione della pazienza.

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Prajñāpāramitā Ratnaguṇasaṃcayagātha – Sutra della Perfezione della Saggezza – Introduzione

Prajñāpāramitā Ratnaguṇasaṃcayagātha – Sutra della Perfezione della Saggezza – Capitulo 1

Prajñāpāramitā Ratnaguṇasaṃcayagātha – Sutra della Perfezione della Saggezza – Capitulo 2-3

Prajñāpāramitā Ratnaguṇasaṃcayagātha – Sutra della Perfezione della Saggezza – Capitulo 4-7

Prajñāpāramitā Ratnaguṇasaṃcayagātha – Sutra della Perfezione della Saggezza – Capitulo 8-11

Prajñāpāramitā Ratnaguṇasaṃcayagātha – Sutra della Perfezione della Saggezza – Capitulo 12-15

Prajñāpāramitā Ratnaguṇasaṃcayagātha – Sutra della Perfezione della Saggezza – Capitulo 16-19

Prajñāpāramitā Ratnaguṇasaṃcayagātha – Sutra della Perfezione della Saggezza – Capitulo 20-21

Prajñāpāramitā Ratnaguṇasaṃcayagātha – Sutra della Perfezione della Saggezza – Capitulo 21-26

Prajñāpāramitā Ratnaguṇasaṃcayagātha – Sutra della Perfezione della Saggezza – Capitulo 27-30

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