Home Insegnamenti Testi fondamentali Prajñāpāramitā Ratnaguṇasaṃcayagātha – Sutra della Perfezione della Saggezza – Capitolo 1

Prajñāpāramitā Ratnaguṇasaṃcayagātha – Sutra della Perfezione della Saggezza – Capitolo 1

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Omaggio a tutti i Buddha e Bodhisattva!

Al che il Signore, per soddisfare le quattro assemblee, e inoltre per dare luce a questa perfezione di saggezza, espose allora i seguenti versi:

CAPITOLO 1

“Genera più che puoi, amore, rispetto e fede! Rimossi gli impedimenti oscuranti, andato al di là da tutte le tue contaminazioni. Ascolta la Perfetta Saggezza dei Buddha gentili, Insegnata per il benessere del mondo, destinata agli spiriti eroici!

LA FONTE DELL’AUTORITA’ DI SUBHUTI

Tutti i fiumi in quest’isola di Melarosa,

che causano la crescita dei fiori, di frutti, erbe ed alberi, derivano tutti dal potere del Re dei Naga, dal Dragone che risiede nel Lago Anopatapta, dal suo magico potere. Proprio così, qualsiasi Dharma, i discepoli del Jina proclamano insegnando, spiegando, ragionando – e l’ottenuto frutto di quella fatica che fa la beatitudine del Perfetto

Arya E’ opera del Tathagata.

Qualsiasi cosa il Vittorioso abbia insegnato, la Guida al Dharma, i Suoi discepoli, se genuini, si saranno ben addestrati in essa. Dall’esperienza diretta, derivata dal loro addestramento, essi insegnano. I loro insegnamenti fioriscono, ma per il potere dei Buddha, e non dal loro proprio potere.

GLI INSEGNAMENTI PRINCIPALI

Non c’è saggezza a cui aggrapparsi, né la più alta perfezione,

nessun Bodhisattva, nessun pensiero d’illuminazione. Quando si è udito ciò, se non confuso o ansioso in nessuna maniera, un Bodhisattva pratica la Saggezza del Sugata.

“Né nella forma né nella sensazione dimora, né nella percezione né nell’intenzione, perciò in essi non c’è la minima traccia di coscienza, Egli pratica il non dimorare, non risiede in nessun dharma e ottiene l’illuminazione dei Sugata,completamente impercettibile.

Il peregrinante Srenika nella sua gnosi della verità non può trovare nessuna base, quantunque gli skanda non siano stati dipanati.
Così il Bodhisattva, quando comprende i Dharma come dovrebbero essere (compresi), non si ritira nel Beato Riposo. E’ nella Saggezza che lui poi dimora. Che cos’è questa saggezza, di chi e da dove – egli chiede, e allora egli trova che tutti questi dharma sono interamente vuoti.
Senza timori o paure alla luce di quella scoperta, non distante dalla Bodhi diviene allora quell’Essere di Bodhi.

Inseguire gli Skanda, forma, sensazioni, percezioni, desideri e così via, e mancare di considerarli saggiamente; o immaginare questi skanda come essere vuoti; Significa inseguire il segno, ignorando la traccia della non-produzione. Ma quando egli non insegue la forma, sensazioni, percezioni,
volontà o coscienza, ma vaga senza casa, rimanendo inconsapevole del suo andare fermamente nella saggezza, i suoi pensieri di non produzione – Allora tutti i migliori Dhyana (assorbimenti meditativi) Pacificanti gli sono fedeli. Attraverso ciò il Bodhisattva ora dimora tranquillo in se stesso, la sua futura Buddhità assicurata dai Buddha precedenti.

Quantunque assorbito in Dhyana, o fuori da essa, egli non si preoccupa. Delle cose così come sono egli conosce l’originale natura essenziale. Così volto egli è diretto alla saggezza dei Sugata, e ancora egli non afferra i dharma in cui si muove

Questo vagare egli saggiamente conosce come non-vagare, questa è la pratica della saggezza, la più alta perfezione. Ciò che non esiste, come non-esistente lo stolto immagina, Non-esistenza così come esistenza essi adottano.
Come fatti dharmici entrambi esistenza e non esistenza sono non reali.
Un Bodhisattva procede quando ciò conosce saggiamente. Se egli conosce che i cinque skanda sono come illusioni, ma non fa dell’illusione una cosa, e degli skanda un’altra; se liberato dalla nozione di molteplici fenomeni, egli si volge alla pace – Allora questa è la pratica della saggezza, la più alta perfezione.
Coloro che hanno buoni maestri così come la profonda visione, non possono essere spaventati nell’udire le profonde istruzioni della Madre. Ma quelli con cattivi maestri che possono essere fraintesi dagli altri, sono rovinati a causa di ciò, come un vaso non cotto a contatto con l’umidità.

DEFINIZIONE DI TRE TERMINI CHIAVE

Quale è la ragione per la quale noi parliamo di “Bodhisattva”? Desiderosi di estinguere tutti gli attaccamenti, e tagliarli via, ‘Vero non-attaccamento’, o la Bodhi dei Jina (stato di Buddha Ndt.) è il loro futuro destino. “Essendo coloro che si sforzano per la Bodhi” sono loro così chiamati. Quale è la ragione per la quale sono chiamati “Grandi Esseri”? Essi si elevano al più alto luogo al di sopra di un gran numero di persone; e di un gran numero di persone essi tagliano via le visioni errate. Questo è il motivo per cui noi li chiamiamo “Grandi Esseri”. Grande come un donatore, un pensatore, un potere. Egli ascende al veicolo dei Supremi Jina. Dotato della grande armatura egli soggiogherà il sagace Maro. Queste sono le ragioni per cui sono chiamati “Grandi Esseri”. Questa gnosi gli insegna che tutti gli esseri sono come illusioni, simili a grandi folle di persone fatte apparire magicamente ad un incrocio da un mago,
il quale poi mozza migliaia di teste; Egli conosce questo intero mondo vivente come una farsa, e pur così rimane senza paura.

Forma, percezione, sensazione, volontà e consapevolezza Sono unite, mai slegate, non possono essere svincolate. Senza timori nella mente egli marcia verso la sua Bodhi, questa, per il più alto degli uomini, è la migliore di tutte le armature. Quindi, nuovamente, quale è allora il “grande veicolo che conduce alla Bodhi”? Asceso ad esso uno guida tutti gli esseri al Nirvana.
Grande è quel veicolo, immenso, vasto come la vastità della spazio. Coloro che viaggiano su di esso sono trasportati alla salvezza, delizia e benessere.

LA NATURA TRASCENDENTALE DEI BODHISATTVA

Così trascendendo il mondo, egli elude le sue apprensioni.

“Egli va al Nirvana”, ma nessuno può dire dove sia andato. Un fuoco è estinto, ma dove, noi ci chiediamo, esso è andato? Similmente, come possiamo trovare colui che ha trovato il Riposo dei Benedetti?
Il passato del Bodhisattva, il suo futuro e il suo presente ci sfugge, le tre dimensioni del Tempo in nessun luogo lo toccano. Notevole è la sua purezza, libero da condizioni, senza impedimenti. Questa è la pratica della saggezza, la più alta delle perfezioni.

I Saggi Bodhisattva, così andati, riflettono sulla non-produzione, e ancora, mentre fanno ciò, generano in essi stessi grande compassione, che è, comunque libera da ogni nozione di un essere. A causa di ciò essi praticano la saggezza, la più alta perfezione. Ma, quando la nozione di sofferenza e (la nozione) degli esseri lo guida al pensiero: “Io rimuoverò la sofferenza, (per) il benessere del mondo io lavorerò!” Degli esseri sono allora immaginati, un sé, è immaginato, – la pratica della più alta perfezione è (qui) assente. Egli saggiamente sa, che tutto ciò che vive è non-produzione, così come lui stesso; Il non-prodotto ed il prodotto non sono distinti, questa è la pratica della saggezza, la più alta perfezione.

Tutte le parole per le cose in uso in questo mondo devono essere lasciate indietro, tutte le cose fatte e prodotte vanno trascese – L’immortale, suprema, incomparabile gnosi è allora raggiunta. Questo è il senso in cui noi parliamo della perfetta saggezza.

Quando libero dai dubbi il Bodhisattva mantiene la sua pratica, egli è conosciuto come abile nella saggezza. Tutti i dharma non sono veramente lì, la loro essenziale natura originale è vuota. Comprendere ciò è la pratica della saggezza, perfezione suprema.

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Prajñāpāramitā Ratnaguṇasaṃcayagātha – Sutra della Perfezione della Saggezza – Introduzione

Prajñāpāramitā Ratnaguṇasaṃcayagātha – Sutra della Perfezione della Saggezza – Capitulo 1

Prajñāpāramitā Ratnaguṇasaṃcayagātha – Sutra della Perfezione della Saggezza – Capitulo 2-3

Prajñāpāramitā Ratnaguṇasaṃcayagātha – Sutra della Perfezione della Saggezza – Capitulo 4-7

Prajñāpāramitā Ratnaguṇasaṃcayagātha – Sutra della Perfezione della Saggezza – Capitulo 8-11

Prajñāpāramitā Ratnaguṇasaṃcayagātha – Sutra della Perfezione della Saggezza – Capitulo 12-15

Prajñāpāramitā Ratnaguṇasaṃcayagātha – Sutra della Perfezione della Saggezza – Capitulo 16-19

Prajñāpāramitā Ratnaguṇasaṃcayagātha – Sutra della Perfezione della Saggezza – Capitulo 20-21

Prajñāpāramitā Ratnaguṇasaṃcayagātha – Sutra della Perfezione della Saggezza – Capitulo 21-26

Prajñāpāramitā Ratnaguṇasaṃcayagātha – Sutra della Perfezione della Saggezza – Capitulo 27-30

Prajñāpāramitā Ratnaguṇasaṃcayagātha – Sutra della Perfezione della Saggezza – Capitulo 31-32




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