Home Spazi Buddhisti Voyages Cambogia

Cambogia

61
0

Cambodge-2.jpg

CAMBOGIA

1. INTRODUZIONE

Cambogia (nome ufficiale Preah Reach Ana Pak Kampuchea, Regno di Cambogia), stato del Sud-Est asiatico, delimitato a nord-est dal Laos, a est e sud-est dal Vietnam, a sud-ovest dal golfo di Siam, a ovest e nord-ovest dalla Thailandia. Il paese ha una superficie di 181.035 km² e un’estensione costiera di 443 km; la capitale, nonché maggiore città, è Phnom Penh.

2. TERRITORIO

Il territorio cambogiano è caratterizzato da una vasta pianura di origine alluvionale corrispondente al bacino del fiume Mekong, che scorre in direzione nord-sud e riversa stagionalmente le proprie acque nel lago Tônlé Sap: quest’ultimo, infatti, nella stagione secca ha una superficie di circa 2.600 km² e può raggiungere i 10.400 km² nella stagione dei monsoni, periodo in cui il Mekong inonda anche molta parte del territorio che attraversa. La pianura, che si estende nell’area centrale del paese, è delimitata a est da un altopiano collinare, a sud-ovest dai monti Cardamomi, che formano una barriera lungo la costa del paese, e a nord-ovest dalla catena dei Dangrek.

Il clima è tropicale monsonico, con una temperatura media annua di circa 26,7 °C. La stagione delle piogge dura da metà maggio a metà ottobre e la media annuale delle precipitazioni è di circa 1.400 mm nelle pianure centrali e di oltre 3.800 mm nelle aree montuose e lungo la costa.

Il clima caldo e umido spiega la presenza delle fitte foreste pluviali che crescono in gran parte del territorio cambogiano, in particolare sui versanti montuosi. Nelle pianure situate alle quote più elevate e sugli altipiani predomina invece la savana erbacea: tra gli alberi sono comuni quello della gomma e del kapok, la palma e il banano. Le basse pianure sono invece coperte da estese risaie.

1. Problemi e tutela dell’ambiente

Il 57,7% (2005) della superficie della Cambogia è coperto da foreste; buona la percentuale (il 21,6%) di territorio sottoposto a tutela ambientale. Nel 1925 è stato istituito il Parco nazionale di Angkor, l’antica capitale dell’impero khmer, nonché uno dei principali siti archeologici dell’Asia sudorientale, entrata a far parte dei World Heritage Sites nel 1992. La deforestazione, tuttavia, con un tasso annuo dell’1,29% (1990–2005), rappresenta la più grave minaccia ambientale. Negli anni Sessanta e Settanta del XX secolo le foreste e le zone umide cambogiane sono state gravemente danneggiate dalle bombe, dai defolianti e da altre sostanze chimiche, usate nella guerra del Vietnam, che hanno avuto effetti devastanti sull’intero ecosistema. Recentemente il governo ha deciso di vietare l’esportazione di legname, ma l’attività è continuata illegalmente.

Nel 2004 103 specie erano considerate a rischio di estinzione. Inoltre, l’inquinamento e la contaminazione di corsi d’acqua e laghi ha reso insicure, dal punto di vista sanitario, gran parte delle risorse di acqua disponibili nel paese. Solo il 41% dei cambogiani può disporre di acqua potabile, e appena il 17% di servizi igienici.

Il governo ha sottoscritto accordi internazionali sull’ambiente in materia di biodiversità, cambiamento climatico, desertificazione, specie a rischio d’estinzione, conservazione della vita marina e legname tropicale.

3. POPOLAZIONE

La Cambogia ha una popolazione di 14.241.640 abitanti (2008), con una densità media di 81 unità per km². Circa il 90% della popolazione è di etnia cambogiana, discendente dagli antichi khmer; sono inoltre presenti vietnamiti (4%), cinesi (3%) e cham (che abitano le regioni montuose). L’80% della popolazione cambogiana vive nelle aree rurali. La speranza di vita media è di 61,7 anni (2008).

1. Lingua e religione

La lingua ufficiale è il khmer, o cambogiano, ma è parlato anche il francese, un tempo seconda lingua, il cui uso è stato però scoraggiato. Il buddhismo Theravada (hinayanica) è la religione dominante, praticata da circa il 90% della popolazione; alcune minoranze seguono il cattolicesimo, l’islamismo e il buddhismo Mahayana.

2. Istruzione e cultura

L’istruzione è gratuita e obbligatoria dai sei ai dodici anni. Il tasso di alfabetizzazione della popolazione adulta è del 71,3% (2005). I piani governativi per ristrutturare ed espandere il sistema scolastico, compromesso dalla guerra e da motivi ideologici alla fine degli anni Settanta, sono in corso di realizzazione.

L’eredità culturale delle dinastie khmer assume particolare rilievo nelle espressioni artistiche e architettoniche del Sud-Est asiatico e si riflette in diversi aspetti della vita contemporanea cambogiana. Molti edifici, come il Palazzo reale di Phnom Penh, sono decorati in base allo stile architettonico khmer e presentano motivi come il garuda, un mitico uccello simbolico indù. Anche gli oggetti di artigianato, spesso intessuti in filigrana d’oro o laminato d’argento, riflettono simbologie antiche. Le classiche danze cambogiane mimano, in stile tradizionale, le vite leggendarie delle antiche divinità religiose (vedi Teatro del Sud-Est asiatico).

Le rovine dell’antico impero khmer, ritrovate nel nord-ovest del paese, costituiscono uno dei siti archeologici più ricchi e interessanti del mondo; particolarmente degne di nota sono le rovine della capitale, Angkor Thom, costruita attorno all’850 d.C., e, a sud, il tempio di Angkor Vat, edificato tra il 1112 e il 1152.

4. DIVISIONI AMMINISTRATIVE E CITTÀ PRINCIPALI

La Cambogia è amministrativamente suddivisa in venti province e quattro municipalità (Keb, Phnom Penh, Preah Sihanouk e Pailin). La capitale, Phnom Penh (1.157.000 abitanti nel 2003), è situata alla confluenza dei fiumi Mekong e Tônlé Sap (emissario del lago omonimo). Altri centri urbani di rilievo sono Battambang, Kompong Cham, Kampot e Kompong Som, porto principale del paese, sul golfo del Siam.

5. ECONOMIA

L’agricoltura rappresenta la voce principale per l’economia cambogiana. Prima della guerra e dei disordini civili degli anni Settanta e Ottanta, il paese era ampiamente autosufficiente dal punto di vista alimentare e, nonostante la scarsità del raccolto per singolo appezzamento di terra (peraltro effettuato una sola volta l’anno), venivano esportate rilevanti quantità di riso di cui, a partire dal 1974, divenne invece necessaria l’importazione. Nel 1975 il nuovo governo dei Khmer Rossi nazionalizzò i mezzi di produzione e l’agricoltura fu collettivizzata; il leggero incremento della produzione che ne derivò fu però reso vano dallo scoppio della guerra (1978), cui fece seguito una gravissima carestia che provocò anche il collasso del settore manifatturiero (di piccole dimensioni) e la distruzione delle reti di comunicazione.

A partire dalla metà degli anni Ottanta, sia l’agricoltura sia l’industria hanno comunque iniziato una fase di ripresa, sebbene la Cambogia rimanga uno dei paesi più poveri al mondo con un prodotto interno lordo che nel 2006 ammontava a 7.258 milioni di dollari USA, corrispondenti a un PIL pro capite di 511,30 dollari.

1. Agricoltura

Il 60% della popolazione attiva trova occupazione nel settore agricolo, che produce prevalentemente riso (coltura che occupa circa l’80% delle terre arabili). Discreta è inoltre la produzione di mais, manioca, fagioli di soia, sesamo, canna da zucchero, banane, tabacco e noci di cocco. Il settore primario contribuisce alla formazione del PIL per il 30,1%.

2. Risorse forestali e pesca

Le considerevoli difficoltà di collegamento all’interno del paese fanno sì che venga sfruttata solo una piccola percentuale del potenziale offerto dalle estese foreste, che coprono il 57,7% del territorio cambogiano. Il prodotto più importante del settore è il caucciù che, seguito dal legname, rappresenta una delle voci di maggior rilievo nell’economia del paese.

La pesca, soprattutto di carpe, pesci persici e sperlani, riveste una notevole importanza economica per la Cambogia, che ha nel lago Tônlé Sap una delle riserve di pesce d’acqua dolce più vaste del Sud-Est asiatico; la maggior parte del pescato annuo (426.000 tonnellate nel 2005) viene utilizzata per il fabbisogno interno.

3. Industria

Il settore industriale ha subito notevoli danni a causa dei conflitti degli anni Settanta ed è stato solo parzialmente riattivato. Ancora negli anni Novanta venivano prodotti perlopiù cemento e gomma lavorata. Il settore impiega l’13% della forza lavoro e produce il 26,2% (2006) del PIL del paese.

Le risorse minerarie del paese sono piuttosto limitate; vengono estratti soprattutto zirconi, zaffiri, rubini, sale, fosfati e bauxite. La Cambogia dispone inoltre di grandi potenziali di energia idroelettrica, ma la guerra e i continui contrasti interni hanno impedito lo sviluppo anche di questo settore. Infatti, la maggior parte dell’elettricità prodotta nel paese (il 55,5%) proviene da centrali alimentate a combustibile.

4. Commercio e finanza

Le principali merci d’esportazione sono, tradizionalmente, riso e altri prodotti agricoli, caucciù e legname mentre, alla fine degli anni Ottanta, le importazioni consistevano perlopiù in metalli, macchinari, minerali, prodotti tessili e alimentari. Nel 2004 il valore totale delle esportazioni fu di 2.798 milioni di $ USA, a fronte di importazioni per 2.063 milioni di $ USA.

L’unità monetaria è il nuovo riel, suddiviso in 100 sen, emesso dalla Banca nazionale di Kampuchea, unica banca di emissione del paese. L’uso del denaro, ufficialmente abolito nel 1978, è stato reintrodotto nel 1980.

5. Trasporti e vie di comunicazione

La Cambogia dispone di 38.257 km di strade, di cui il 6% asfaltato, e di circa 620 km di ferrovie. I corsi d’acqua interni, inclusi alcuni tratti dei fiumi principali, raggiungono circa 1.400 km di navigabilità durante la stagione delle piogge. Nei pressi di Phnom Penh ha sede un aeroporto internazionale.

6. ORDINAMENTO DELLO STATO

Sottoposto al dominio francese, il paese diventò indipendente il 9 novembre 1953. Coinvolto nella guerra del Vietnam e sconvolto dalla guerra civile, ha poi subito dal 1975 una brutale dittatura abbattuta nel 1979 dalle truppe vietnamite. La Cambogia, in base alla Costituzione promulgata il 24 settembre 1993, è, dal punto di vista istituzionale, una monarchia costituzionale; la carica di capo dello stato è ricoperta dal re, mentre il potere esecutivo è esercitato da un gabinetto di ministri guidato da un primo ministro. Il potere legislativo spetta a un Parlamento bicamerale: l’Assemblea nazionale, composta da 120 membri eletti a suffragio universale ogni cinque anni, e il Senato, i cui 61 membri sono eletti ogni cinque anni dai consigli amministrativi locali. Il paese è suddiviso in venti province e quattro municipalità. La pena di morte è stata abolita nel 1989.

7. STORIA

I khmer e i mon furono tra i primi popoli a insediarsi nell’Asia sudorientale. La cultura indiana influenzò fortemente la primitiva civiltà cambogiana, che ne mutuò la scrittura e la lingua (il sanscrito), stili architettonici, leggi, tecniche, elementi religiosi (induismo e buddhismo) e il concetto di dio-re (deva-raja), oltre a un complesso sistema di classi sociali.

1. Il primo regno khmer

Il primo regno che si formò nell’area fu quello di Fu-nan, nel I secolo d.C. Nel VI secolo il Fu-nan fu conquistato dai khmer, che crearono il regno di Chen La. Dopo un periodo di dominazione giavanese (VIII secolo), il regno khmer venne nuovamente unificato da Jayavarman II (802-850) e, tra il IX e il XII secolo, dominò il bacino del Tônlé Sap (nei pressi del quale venne fondata la capitale Angkor, allora chiamata Yasodharapura) e le aree circostanti il basso Mekong, arrivando a possedere territori prossimi al bacino del Menam; a nord-est, battuti i cham, il regno si estese fino al delta del Fiume Rosso.

2. Declino di Angkor

Nel 1434, in seguito alla sconfitta subita da Angkor da parte del regno siamese (1431), la capitale del regno cambogiano venne trasferita a Phnom Penh. Nel 1594 anche Phnom Penh cadde sotto il controllo politico del Siam, mentre il sud del regno veniva progressivamente invaso dal Vietnam. Fino al XVIII secolo il territorio cambogiano fu controllato direttamente o indirettamente dal Siam e dal Vietnam.

3. Il dominio francese

Nel 1863 la Francia, nel corso della sua rapida espansione in Indocina, intervenne per fermare il processo di smembramento della Cambogia da parte di Siam e Vietnam, istituendo un protettorato sul paese (trattato di Oudong). Il dominio francese in Cambogia, nominalmente indiretto, venne di fatto esercitato da supervisori che decidevano sulle questioni più importanti; la monarchia venne conservata, ma il nuovo re, Norodom, fu incoronato da un rappresentante del governo francese. Nel 1867 un trattato franco-siamese ratificato da Napoleone III cedeva al Siam le province di Battambang, Siem Reap e Sisophon, in cambio del riconoscimento siamese del protettorato della Francia sulla regione. Tuttavia, i problemi di confine con lo stato siamese continuarono; durante le esplorazioni del francese Pavie lungo il fiume Khone, i siamesi furono scacciati da quelle zone e conseguentemente venne liberato lo stato di Luang Prabang; nel 1907, un nuovo trattato franco-siamese riconsegnava alla Cambogia le province precedentemente cedute.

Nel 1940 il Siam (divenuto Thailandia) minacciò nuovamente lo stato cambogiano e, con l’aiuto degli alleati giapponesi, lo privò delle province di Battambang, di Siem Reap, fatta eccezione per Angkor, e di una parte delle province di Kompong Thom e di Stung Treng (trattato di Tokyo, 1941). Nel 1941, alla morte del re Sisowath Monivong, la Francia affidò il trono al nipote Norodom Sihanouk, ritenendolo favorevole alla continuazione del sistema coloniale.

A seguito dell’entrata del Giappone nella seconda guerra mondiale, il territorio cambogiano divenne ponte di collegamento dei nipponici per portare l’attacco ai domini britannici dell’Asia meridionale; conseguenza dei successi giapponesi e dell’uscita di scena della Francia fu la ripresa del nazionalismo cambogiano che tuttavia, grazie proprio a quest’ultima, riottenne alla fine della guerra i territori ceduti alla Thailandia. Sebbene giovanissimo, nel dopoguerra il re Sihanouk si rivelò un accorto leader nazionalista, capace, in pochi anni e con le sole armi della diplomazia, di porre fine al dominio coloniale e conquistare l’indipendenza del paese (novembre 1953).

4. Indipendenza e conflitti regionali

Nel 1955 Sihanouk abdicò a favore del padre Norodom Suramarit per dedicarsi completamente al governo del paese. Diventato primo ministro (e, nel 1960, alla morte del padre, capo dello Stato), adottò una rigida politica di non allineamento e neutralità rivolta a resistere alle forti pressioni delle grandi potenze (Stati Uniti, Unione Sovietica e Cina) e a non farsi coinvolgere dal conflitto del vicino Vietnam. Tuttavia, il coinvolgimento diretto degli Stati Uniti nella guerra del Vietnam condusse il governo di Phnom Penh ad appoggiare Hanoi e i vietcong. La politica adottata in campo internazionale e la scelta di una gestione economica statalista provocarono nei successivi anni forti tensioni interne che sfociarono in ripetuti scontri tra Sihanouk e i suoi oppositori, in particolare il generale Lon Nol; quest’ultimo, nel 1969, ottenne le dimissioni di Samdech Penn Nouth, capo di governo per conto dello stesso Sihanouk, divenendo primo ministro.

5. La guerra civile

Nel marzo 1970, mentre Sihanouk si trovava all’estero, il governo lo destituì dalla carica di capo dello stato, che venne assunta da Lon Nol; conseguenze immediate del colpo di stato furono una diretta partecipazione del paese nella guerra del Vietnam e la proclamazione (ottobre 1970) della repubblica, di cui lo stesso Lon Nol si dichiarò presidente.

Per i due anni successivi imperversò la guerra civile; nonostante il regime di Lon Nol fosse sostenuto dagli Stati Uniti e dal Vietnam del Sud, i guerriglieri del Partito comunista khmer (vedi Khmer Rossi) e del Fronte unito nazionale khmer (FUNK) di Sihanouk costrinsero Lon Nol alla fuga nell’aprile 1975, presero Phnom Penh e proclamarono in dicembre la Repubblica democratica di Kampuchea, con Sihanouk a capo dello stato.

6. Il regime sanguinario di Pol Pot

Nel 1976 Sihanouk fu costretto alle dimissioni e all’esilio; il potere cadde nelle mani dei Khmer Rossi. Il loro leader, Pol Pot, dopo aver eliminato anche gli oppositori interni costrinse la popolazione, che durante la guerra civile si era rifugiata nelle città, a un trasferimento di massa nelle campagne per riavviare la produzione agricola; il paese fu trasformato in poco tempo in un gigantesco campo di lavoro forzato. Vennero inoltre operati massacri nei confronti della classe media, dei militari, degli intellettuali e di ogni tipo di oppositore politico.

7. L’intervento vietnamita

La brutalità del regime, che causò più di un milione di morti (un milione e settecentomila secondo un’ultima ricerca condotta da accademici indipendenti) e isolò il paese sul piano internazionale, diede ad Hanoi (dicembre 1978) un pretesto per l’invasione; nel 1979 un’organizzazione ribelle, il Fronte unito nazionale kampucheano per la salvezza nazionale (KNUFNS), depose il governo khmer con l’aiuto delle truppe vietnamite, fondando la Repubblica del popolo di Kampuchea, di fatto un protettorato del Vietnam. Alla guida del governo del paese fu chiamato prima Heng Samrin, poi Hun Sen.

Raggruppatesi in un governo di coalizione, le forze khmer e altre forze nazionaliste (tra cui quelle guidate da Sihanouk) promossero un’accanita resistenza al governo filovietnamita che si sarebbe protratta per tutti gli anni Ottanta, conservando il seggio cambogiano alle Nazioni Unite.

Nel 1987 vennero avviati dei negoziati tra Hun Sen e Sihanouk, che non diedero tuttavia risultati. Nel 1989 si concluse senza alcun esito anche una conferenza internazionale presieduta da Francia e Indonesia. Nello stesso anno iniziò il ritiro delle truppe vietnamite dal paese, che abbandonò il sistema socialista e cambiò il nome in Stato della Cambogia. Dopo ulteriori trattative, nel maggio 1991 fu proclamato un cessate il fuoco e a ottobre venne firmato un trattato di pace, in base al quale fu istituita un’autorità provvisoria sotto la guida delle Nazioni Unite, incaricata di disarmare le fazioni in lotta e di portare il paese a libere elezioni.

8. La monarchia costituzionale

Nel maggio 1993 si svolsero le prime elezioni, boicottate dai Khmer Rossi. A settembre venne ratificata una nuova Costituzione, che restaurava una monarchia dai poteri limitati, con Sihanouk come re. Nonostante la vittoria del suo partito, il Fronte unito nazionale per la Cambogia indipendente (FUNCINPEC), Sihanouk diede al paese un governo di coabitazione “bicefalo”, con due capi di governo: il figlio Norodom Ranariddh, capo del FUNCINPEC, e Hun Sen. I Khmer Rossi formarono un governo provvisorio e ripresero la lotta armata, conservando sotto il proprio controllo un’ampia fascia di territorio ricca di risorse naturali.

A partire dal 1994 la Cambogia usufruì di consistenti aiuti internazionali, in particolare da parte del Giappone, e nel marzo 1995 si svolse a Parigi una conferenza internazionale che accordò al paese ulteriori aiuti economici.

Nel 1995 aumentarono però le tensioni all’interno delle due componenti del governo. Nel luglio 1997, con un colpo di forza, Hun Sen allontanò Norodom Ranarridh rimanendo da solo alla guida dell’esecutivo.

9. Verso la normalizzazione

Le divisioni all’interno dei Khmer Rossi portarono nel 1997 all’arresto di Pol Pot e alla sua condanna all’ergastolo. La morte di Pol Pot, resa nota il 15 aprile 1998, segnò il crollo del movimento, che rinunciò alla lotta armata in cambio dell’amnistia.

Le elezioni del 1998 assegnarono un’esile maggioranza al partito di Hun Sen, che, al termine di un lungo negoziato condotto dal re Sihanouk, formò un nuovo governo di coalizione con il FUNCINPEC. Nel 1999 la Cambogia venne ammessa nell’ASEAN. Nello stesso anno, per favorire la ripresa delle relazioni internazionali del paese, il governo cambogiano si rese disponibile a ospitare un tribunale internazionale cui affidare il giudizio sui crimini commessi durante il regime di Pol Pot. Tuttavia, per il timore di una ripresa del conflitto e del coinvolgimento di molti dirigenti (tra cui gli stessi Sihanouk e Hun Sen), solo nel 2003, dopo un lungo negoziato, la Cambogia approvò la proposta delle Nazioni Unite di istituire un tribunale composto da giudici cambogiani con la supervisione di un giudice internazionale; a causa di ulteriori resistenze, i lavori iniziarono solo alla fine del 2007.

10. Sviluppi recenti
Il paese, dipendente in larga parte dall’aiuto internazionale, ha di fronte a sé gravi compiti: ricostruire la convivenza civile e l’economia e recuperare all’agricoltura un territorio devastato dalla guerra e disseminato di milioni di mine antiuomo.

Nel luglio 2004 Hun Sen è confermato alla guida del governo cambogiano. A ottobre Norodom Sihamoni succede al padre Sihanouk sul trono cambogiano.

Nel novembre 2007 si svolge la prima udienza del tribunale speciale internazionale incaricato di giudicare i responsabili dei gravi crimini commessi negli anni Settanta durante il sanguinario regime dei Khmer Rossi.

“Cambogia,” Microsoft® Encarta® Enciclopedia Online 2009

© 1993-2009 Microsoft Corporation. Tutti i diritti riservati.

it.encarta.msn.com

Previous articleBuddhismo e alla Pratica di Zazen – Gudo Nishijima Roshi (3/6)
Next articleBuddhismo, arriva il monaco-rapper . “Predica col Tip-Tap”