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Lama Tzong Khapa

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Lama Tzong Khapa, biografia

Verso la fine del XIV secolo, in Tibet si potevano distinguere quattro correnti buddhiste principali, formatesi durante le due prime fasi di sviluppo del buddhismo e tutte collegate direttamente con alcuni famosi maestri indiani: la Nyngma con Padmasambhava e Shantirakshita, la Sakya con Dharmapala e Virupa, la Kagyu con Naropa e Maitripa, la Kadam con Atisha. Vi erano anche numerose sottoscuole e, nella pratica individuale, intrecci di differenti lignaggi.
In quel periodo visse il grande Lama Tzong Khapa, guru del primo Dalai Lama. Je Tzong Khapa, chiamato familiarmente Je Rinpoche, nacque nel 1357 nella regione di Amdo, nella parte orientale del Tibet allora vicina al confine cinese. Servendosi della scienza interpretativa dei sogni e mettendo insieme elementi di varie visioni che avevano avuto, i suoi genitori giunsero alla conclusione che il nascituro dovesse essere un’incarnazione di Manjushri, personificazione della saggezza illuminata. Altri segni indicavano che il bambino avrebbe avuto le qualità di Avalokiteshvara e Vajrapani: compassione infinita ed energia spirituale.

Anche un famoso lama che stava facendo in quei luoghi un ritiro su Yamantaka (manifestazione terrifica di Manjushri), aveva avuto una visione: gli era apparso Yamantaka che gli annunciava che l’anno successivo sarebbe venuto in un villaggio nella terra di Tzongka. Nella sua ricerca per capire il significato della visione, il lama giunse al villaggio proprio mentre stava per nascere Lama Tzong Khapa, perciò disse ai genitori che anche lui aveva ottime ragioni per credere che il bambino sarebbe stato un essere speciale…

Je Tzong Khapa passò gran parte della sua giovinezza e dell’età matura -in pratica tutta la sua vita- studiando con i più grandi lama del suo tempo e delle varie correnti allora esistenti; meditò secondo i loro insegnamenti e partecipò ai dibattiti nelle più importanti università monastiche Nyngma, Kadam, Kagyu e Sakya. Fu così che raccolse tutte le tendenze fondamentali che dall’India erano arrivate al Paese delle Nevi.

All’epoca di Lama Tzong Khapa vi erano ancora diffusi malintesi circa il corretto modo di praticare i Sutra e i Tantra, che spesso venivano considerati due sentieri dell’illuminazione completamente differenti, se non in contraddizione. Con i suoi insegnamenti e il suo esempio, Je Rinpoche mostrò come si potesse praticare il tantra mantenendo le regole del Vinaya. Con i suoi scritti, inoltre, riunì in un’unica sintesi l’essenza di tutte le diverse tradizioni. Il monastero di Ganden, da lui fondato, divenne ben presto un modello per gli altri numerosi monasteri che sorsero in tutto il Tibet a opera dei suoi discepoli.

Ciò che doveva costituire una sintesi delle diverse tradizioni diventò in effetti una nuova scuola del buddhismo tibetano, una nuova corrente, la più diffusa e popolare: la tradizione ghelupa.

Lama Thubten Yesce e Lama Zopa Rinpoce, fondatori dell’Istituto Lama Tzong Khapa, si sono formati nei monasteri della scuola ghelupa.

Lama Tzong Khapa, il Mahasiddha (di Lama Thubten Yesce)

Alla fine del 1982 in Italia, e in America l’estate successiva, Lama Thubten Yesce diede il suo ultimo, grande insegnamento su un testo di Lama Tzong Khapa intitolato “I sei yoga di Naropa”.

“La specializzazione peculiare di Lama Tzong Khapa è il tantra, e in particolare il corpo illusorio”, disse Lama durante il suo commentario e aggiunse “Lama Tzong Khapa si contraddistingue per la chiarezza e la purezza nel descrivere ogni cosa e dare istruzioni di meditazione”. Durante tutto il corso Lama espresse ripetutamente la sua devozione per questo grande erudito, studioso e mistico del XIV° secolo. “Mentre davo questi insegnamenti sentivo una profonda gratitudine per Lama Tzong Khapa. Ho una grandissima devozione per lui, perché ha spiegato i Sei Yoga di Naropa in un modo veramente profondo. Per come ha messo insieme le cose, non c’è alcun dubbio, era sicuramente un Mahasiddha.”

Spiegazione di Lama Yesce su alcune delle grandi qualità di Lama Tzong Khapa.

Nel mondo intellettuale occidentale c’è la comune interpretazione che Lama Tzong Khapa fosse semplicemente un professore. Gli occidentali lo considerano raramente uno yoghi, un grande praticante, un Mahasiddha.

In realtà Lama Tzong Khapa insegnò e scrisse molto di più sul Tantra che sui Sutra, ma poiché si comportava come un monaco ordinario e non mostrava il suo aspetto di grande Mahasiddha, molti occidentali hanno avuto l’impressione che fosse soltanto un intellettuale erudito. Per esempio, molte persone credono che i Ghelupa, seguaci di Lama Tzong Khapa, non si impegnino in meditazioni non-concettuali. Pensano che le meditazioni non-concettuali si possano trovare soltanto nelle altre tradizioni e che Lama Tzong Khapa trascurasse questo aspetto insegnando soltanto la meditazione analitica, intellettuale. Ho sentito qualche occidentale dire: “I Ghelupa intellettualizzano continuamente, sono sempre a spremersi il cervello”, ma questo non è vero.

Quando era ancora un ragazzino, Lama Tzong Khapa era già un grande meditatore. Sin da giovane era sanissimo e non si ammalava come noi. Quando aveva qualche disturbo si curava da solo. Quando c’erano pericoli imminenti di naufragi o valanghe, recitava una preghiera e tutto si fermava. Se leggete la biografia di Lama Tzong Khapa potrete constatare che effettivamente era una grande mahasiddha.

Il Monlam Festival, il grande festival della preghiera che veniva celebrato a Lhasa dopo il capodanno tibetano, iniziò con Lama Tzong Khapa. I monaci, le monache e i laici di tutte le tradizioni del buddhismo tibetano si riunivano per pregare e fare offerte. Al primo di questi festival c’erano un’infinità di offerte di luce. Un giorno le migliaia di lampade al burro che erano nel tempio principale divennero una massa infuocata incontrollata. La gente era terrorizzata che il tempio, divampando, potesse crollare. Corsero piangendo da Lama Tzong Khapa: “Le tue offerte stanno per bruciare il tempio!” Lama Tzong Khapa sedette, entrò in samadhi e immediatamente le fiamme si estinsero, spente dal soffio del vento. Questo successe per il potere della sua meditazione sul calore interiore.

Noi tibetani crediamo che quando una persona è in grado di controllare i quattro elementi interni attraverso la meditazione del calore interiore, allora è in grado di controllare anche gli elementi esterni. Lama Tzong Khapa non aveva bisogno di una comune macchina dei pompieri, con il suo motore interiore, le fiamme scomparvero! Questo prova che Lama Tzong Khapa era un essere altamente realizzato. In quel momento egli vide gli ottantaquattro Mahasiddha nel cielo di Lhasa.

A Lama Tzong Khapa non mancavano i poteri psichici. Una volta stava meditando in una capanna, a trenta minuti circa dal posto dove successivamente suggerì di costruire il monastero di Sera. All’improvviso, senza una ragione apparente, se ne andò via. Lo stesso giorno arrivarono delle persone mandate dall’imperatore cinese, che aveva sentito parlare della sua fama e voleva invitarlo in Cina, ma fu impossibile trovarlo. Nessuno sapeva quanto sarebbe successo quel particolare giorno, ma Lama Tzong Khapa lo sapeva e si era nascosto sulle montagne.Questo non solo ci fa capire che Lama Tzong Khapa aveva poteri di chiaroveggenza, ma anche che era un esempio di rinuncia perfetta. Al pensiero dei piaceri mondani vomitava. Riuscite a immaginare noi nella stessa situazione? Di sicuro accetteremmo l’invito! Io non riesco neppure a resistere all’invito di qualche persona ricca che mi chiede di andarla a trovare.

Sebbene Lama Tzong Khapa fosse molto famoso, non andava mai in luoghi che potessero distrarlo, ma stava in posti isolati sulle montagne innevate. Noi invece, andiamo nei posti più confusionari. Questo mostra come siamo, ovvero che la nostra rinuncia non è perfetta.

Lama Je Tzong Khapa aveva migliaia di discepoli in tutto il Tibet. Riceveva costantemente offerte, ma non aveva un conto in banca, non aveva casa, non aveva neppure un pezzo di terra per coltivarsi il cibo. Ogni cosa che riceveva la dava via. Non aveva niente. Ganden era il monastero di Lama Tzong Khapa, ma lui abitava lì come se fosse un ospite: arrivava, riceveva delle cose che poi dava via, quindi partiva con nulla. Lama Tzong Khapa è l’esempio perfetto del vivere in accordo al Dharma.

Due o tre anni prima che Lama Tzong Khapa morisse, il buddha Manjushri, col quale aveva una particolare relazione, gli disse: “Ora è arrivato per te il momento di morire”. All’improvviso apparvero nello spazio innumerevoli Buddha, che chiesero a Lama Tzong Khapa di non morire e gli conferirono un’iniziazione di illimitata energia affinché potesse rimanere più a lungo. Quindi Manjushri predisse che sarebbe vissuto fino a una certa età.

Poco prima che Lama Tzong Khapa morisse, gli cadde un dente. Tutti i presenti videro che il dente emanava un arcobaleno di luce molto intensa. Diede il dente a uno dei suoi principali discepoli, Kedrub Rinpoce, ma gli altri discepoli dissero: “Hai dato questo dente a Kedrub Rinpoce, ma non possiamo averne un pezzetto anche noi?” Lama Tzong Khapa rispose loro di pregare e Kedrub Rinpoce mise il dente sull’altare, in una scatola. Tutti pregarono molto e meditarono intensamente. Il dente continuava ad emanare arcobaleni di luce radiante.
Dopo una settimana Lama Tzong Khapa disse: “Dov’è il mio dente?Portatemelo.” Quando aprì la scatola, tutti constatarono che il dente si era trasformato nell’immagine di Tara circondata da pillole-reliquie. Lama Tzong Khapa diede alcune delle pillole ai discepoli che le volevano e in quell’occasione predisse che circa cinquecento anni dopo quelle reliquie sarebbero andate a Bodhgaya. Questa predizione si è avverata. Sebbene i cinesi abbiano distrutto quanto rimaneva del corpo di Lama Tzong Khapa, alcune reliquie sono arrivate fino in India quando i tibetani furono costretti all’esilio.

Quando Lama Tzong Khapa lasciò il corpo, lo fece perfettamente. Prima mise tutto in ordine. Successivamente disse ad uno dei suoi discepoli di portargli una “capala” (ciotola per offerte ricavata da una calotta cranica). Quindi meditò benedicendo le offerte interiori. Prese poi trentatre sorsi dall’offerta interiore. Questo era il segno che interiormente era la divinità Guhyasamaja. Alla fine, seduto nella posizione di meditazione perfetta e indossando tutte le vesti monastiche, lasciò il corpo. Questo è ciò che contraddistingue un Mahasiddha. Non ha bisogno di annunciare “Sono un Mahasiddha” – le sue azioni lo provano. Lama Je Tzong Khapa lo dimostrò.

Riuscite a immaginare di essere capaci di morire deliberatamente e in modo così chiaro e limpido? Generalmente quando moriamo, lasciamo confusione e disordine. Dovremmo motivarci e pregare affinché possiamo morire come Lama Tzong Khapa e non come un animale. Questo è uno dei nostri diritti umani. Pregate per non morire depressi, né con un’espressione sofferente; pregate di morire in uno stato di beatitudine. Provate. C’è la possibilità. Determinatevi. “Quando morirò cercherò di controllare le mie emozioni più che posso e di morire pacificamente.” Dovete motivarvi perché la motivazione ha potere. Quando arriverà il momento della morte, per il potere della vostra volontà ricorderete le vostre preghiere. Se ora non sviluppate una forte motivazione, al momento della morte sarete completamente spaventati e tutto andrà a banane. Se già da prima sapete cosa fare, al momento della morte lo ricorderete. Vi dico questo perché lo credo profondamente e non perché io abbia delle realizzazioni.

Un giorno, dopo che Lama Tzong Khapa aveva lasciato il corpo, Kedrub Je era triste. Lama Tzong Khapa aveva spiegato tutto in modo completo ed esauriente dall’inizio alla fine, tutto il sentiero dall’Hinayana al Paramitayana e tutti gli stadi del tantra fino all’illuminazione. Migliaia e migliaia di persone hanno meditato e ottenuto le realizzazioni sulla base dei suoi insegnamenti. Kedrub Je era triste perché stava pensando: “Ora gli insegnamenti di Lama Tzong Khapa sono come un lampo, un miraggio: stanno scomparendo. Sfortunatamente i tibetani stanno degenerando. Lui insegnò alla gente a non aggrapparsi al desiderio dei piaceri del mondo, però le persone hanno più attaccamento e desiderio di prima.” Kedrub Je aveva delle ragioni per provare queste sensazioni: c’era molta degenerazione. Era così triste che si mise a piangere disperatamente, quindi pregò offrendo un mandala. All’improvviso gli apparve Lama Tzong Khapa su di un trono ingioiellato, nel suo aspetto giovanile, circondato da innumerevoli divinità, daka e dakini, che gli disse: “Figlio mio, non dovresti piangere perché il principale messaggio che ho dato alle persone è di praticare il sentiero del Tantra. Fai questa pratica e diffondila fra persone qualificate. Anziché piangere dovresti dare il tuo aiuto affinché questo sia possibile al massimo, e così mi farai molto felice.” La stessa cosa vale per voi: se voi praticate, Lama Tzong Khapa sorriderà.

Un’altra volta Kedrub Je aveva dei dubbi sul tantra, ma non sapeva a chi rivolgersi; ancora una volta si mise a piangere. Il suo cuore era a pezzi. Pregò ancora intensamente offrendo il mandala. Lama Tzong Khapa si manifestò di fronte a lui e gli diede molti insegnamenti e iniziazioni.

Un’altra volta che Kedrub je era ancora disperato, Lama Tzong Khapa si manifestò con un aspetto rossastro, tenendo in mano una spada e una calotta cranica, seduto sul dorso di una tigre. Successivamente si manifestò anche come Manjushri e un’altra volta nel suo aspetto ordinario, seduto sul dorso di un elefante bianco. Kedrub Je ebbe cinque apparizioni, tutte in momenti di disperazione e preghiera intensi. Perché vi racconto queste cose? Perché è bene sapere che Lama Tzong Khapa era una grande yoghi, un mahasiddha – non c’è dubbio – e che Kedrub Je aveva delle realizzazioni interiori così elevate che bastava invocasse il nome di Lama Tzong Khapa perchè lui si manifestasse. Un’altra cosa importante che dovete capire è che il principale insegnamento di Lama Tzong Khapa era il tantra. Anche se viviamo in un’epoca di degenerazione, abbiamo la possibilità di conoscere il suo modo di spiegare il sentiero del tantra e cercare di realizzarlo. Siamo molto fortunati. Anche se conosciamo poco del buddhismo, se proviamo comunque a mettere in pratica quello che conosciamo, Lama Tzong Khapa sarà molto felice.

Articolo tratto da Mandala (nov-dic 95) newsmagazine of the Foundation for the Preservation of the Mahayana Tradition




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