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Cina: in programma un database per legittimare i “Buddha viventi”

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Per il governo cinese, controllare politicamente la regione “autonoma” del Tibet non sembra sufficiente. Per eliminare del tutto il pericolo di un’eventuale seccessione tibetana il governo tenta da anni di interferire sulla sfera del potere religioso. Dopo aver rapito il Panchen Lama scelto dal Dalai Lama e averlo sostituito con un altro di loro gradimento, l’ultimo statagemma sarebbe la costruzione in itinere di un database con il compito di distinguere i veri Buddha viventi dagli impostori.Questo é quanto annunciato dal China Daily l’8 dicembre.

Con il termine ” Buddha viventi” si fa riferimento alle reincarnazioni di importanti maestri buddisti, le quali vengono riconosciute attraverso un antico rituale. I “Budda falsi” sono invece, secondo il funzionario Zhu Wiqun, coloro che usano il loro status per sedurre delle donne e ingannare i fedeli. Questi “impostori” sarebbero inoltre implicati in azioni separatiste mirate a raggiungere l’indipendenza del Tibet.

Grazie a database, dunque, i fedeli buddisti avranno i mezzi per difendersi dai Buddha viventi “falsi”,ma soprattutto per difendersi dalle accuse di complicità con dei vili separatisti e dalla repressione del governo cinese che ne consegue. Anche se quest’ultimo non é specificato tra i benefici “ufficiali”.



Fonte: Lion’s Roar


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