Il Giappone è uno stato insulare dell’estremo oriente il cui nome in giapponese si pronuncia “Nippon” o “Nihon”. E’ una nazione particolarmente interessante e importate sotto ogni punto di vista: dai confini all’ambiente, dalla storia alla religione, dalla popolazione alle sue tradizioni e infine dalla sua economia alla sua politica. La bandiera giapponese è formata da uno sfondo bianco con un cerchio rosso al centro. L’inno giapponese e la bandiera furono dichiarati ufficiali nel 1888. Il testo è tratto da un ‘antico poema la cui musica è stata composta da Hiromori Hayashi:
“Kimi ga yo wa, Chiyo ni yochiyo ni, Sazareshi no I wao to narite, Kake no musu made…”
La traduzione dice:
“Che il tuo regno diecimila anni di felicità si prolunghi. Governa Signore fino a che le pietre del presente saranno fuse dal tempo delle pietre giganti su cui venerabili fianchi s’allungarono il muschio”.
Il Giappone è una nazione dell’Asia orientale formata interamente da isole e arcipelaghi. Si è formata nel corso di milioni d’anni dallo scontro di due zolle oceaniche che ne hanno dato origine. E’ circondato a nord dal mar dell’Ohotsk, a sud sia dal Pacifico sia dal mar cinese, ad ovest dallo stretto della Corea e dal mar del Giappone, ad est sempre dal pacifico. Tokyo è la capitale con 8.100.000 abitanti e il Giappone misura 372.818 kmq. Le isole più importanti sono: le isole Ryuykyu (e migliaia d’isole adiacenti minori), Sakhalin, Honshu (227.413 kmq), Shikoku (18.256 kmq), Kyushu (36.555 kmq) e Hokkaido (78072 kmq). Queste costituiscono la parte emersa di un’immensa catena montuosa che sta vicino alla Corea e alla Russia Asiatica.
LINGUA
Polisillabica e agglutinante, appartiene forse al ramo orientale dell’altaico, ma presenta analogie sintattiche e lessicali anche con le lingue del gruppo mundapolinesiano. Come lingua nazionale è stato adottato in età moderna il dialetto di Tokyo. La scrittura originariamente era solo di tipo ideografico, derivata dai caratteri cinesi. Anche 2 varianti di segni sillabici(i kana) di valore puramente fonetico, integrano gli usi e i costumi del Giappone, con le sue variazione di lingue e dialetti che vengono, alcuni usati solo in certe zone, mentre altri sono molto più diffusi, come in questo caso il dialetto di Tokyo.
USI E COSTUMI
Nel Giappone è molto interessante esaminare il vasto campo della sua cultura. La lingua ufficiale è naturalmente il giapponese ma ci sono anche minoranze di lingua inglese, che è anche insegnata nelle scuole. E’ importante far notare che in Giappone l’analfabetismo è quasi inesistente, questo perché l’istruzione è sempre stata una parte fondamentale nelle abitudine giapponesi.
In Giappone si trova anche una vasta cultura per quanto riguarda la letteratura. Le prime opere della letteratura giapponese sono di carattere storico e si ispirano a modelli cinesi. Intorno al 760 fu compilata la prima antologia poetica, la raccolta di 10.000 foglie, che comprende 4495 poesie di centinaia di autori del sesto- settimo secolo. Le poesie venivano scritte principalmente in versi di 31 sillabe. Invece, più avanti, vediamo che gli scrittori cominciavano a scrivere racconti fantastici e sotto forma di diari. In seguito, verso la fase dell’apice della letteratura giapponese nel periodo Heian, alcuni scrittori si dedicarono di più ai romanzi. Gli autori si ispiravano spesso a racconti di famiglie feudali e a soggetti presi dal popolo.
Verso il 1438 le persone apprezzavano sempre di più il teatro, basato su leggende e interpretato non da attori ma bensì da marionette, che riscuotevano sempre più pubblico. In questo periodo fu rinnovato di nuovo il concetto della letteratura: i poeti cominciarono a sostituire la classica poesia tanka con una tipo di poesia chiamata “renga”. Questo tipo di poesia non si basava più su miti e leggende ma piuttosto sulla vita borghese e del popolo. Nei molti periodi che la letteratura ha incontrato come il romanticismo, il neo- intellettualismo e l’impressionismo possiamo identificare alcuni nomi che passarono alla storia: Yasunari Kawabata, Osamu Dazai, Yukio Mishima e Ooka Shohei.
Un altro campo in cui il Giappone è molto ferrato è l’arte. L’arte giapponese è molto diffusa, anche se spesso viene confusa con l’arte cinese, anche questa molto conosciuta. L’arte giapponese di manifesta nella tendenza alla rappresentazione concreta dell’uomo e della natura, che viene interpretata come i sentimenti dell’anima, con ogni suo desiderio e speranza. Il risultato di tali concezioni è visibile soprattutto nell’arte raffinata e squisita dei giardini, nella quale si compendiano poesia, arte, musica e filosofia. La pittura narrativa e quella dei paesaggi e la principale, e consiste in poche pennellate da cui traspare un profondo dinamismo, ricca di effetti decorativi.
L’arte accompagna molti periodi storici di larga importanza. Nel periodo preistorico compaiono ceramiche con decorazioni fatte di cordoncini. Venivano usati per onorare le grandi sepolture a tumulo e abbellire le case e alcuni templi. In seguito con la diffusione del buddismo si cominciò a disegnare paesaggi e la natura diventò la principale fonte di ispirazione, anche nel campo dell’architettura, dove veniva ampiamente usata. La massima espansione dell’arte giapponese arriva quando gli artisti cominciarono a disegnare e pitturare su rotoli di seta, famosi ancora oggi. La scultura, comincia a essere più apprezzata verso il 1185, quando molti artisti si dedicarono ad essa. Compaiono così le prime sculture profane e i ritratti solidi. Nasce anche un tipo di pittura che dava risalto alle piccole cose e utensili di lacca, gerardica e di bronzo: si chiama pittura sumi.
L’arte giapponese prosegue nelle sue trasformazioni, ma rimane sempre molto attaccata alle sue tradizioni e culture, come anche si basa spesso su religioni e convinzioni anche moderne.
RELIGIONE
Le più diffuse religioni in Giappone non sono molte, infatti, sono solo tre:
Lo Scintoismo;
Il Buddismo;
Il Cristianesimo (anche se poco praticato, solo 4%).
Lo scintoismo è strettamente legato alla storia del Giappone e si basa sul culto degli antenati e della natura. Si afferma che chi professa lo scintoismo è comunemente anche buddista. Nel 1946 l’imperatore Hirohito rinunciò alla pretesa di essere una divinità scintoista e nel 1947 si annunciò la libertà di religione.
Lo scintoismo è la religione nazionale del Giappone. Culto politeista, lo scintoismo( dal giapponese shito, “la via degli dei”) venera un cosiddetto pantheon di kami( “dei” o “spiriti”) che comprende varie classi di divinità, tra le quali gli dei locali, i fenomeni naturali, gli esseri viventi (considerati depositaridi una forza vitale e spirituale) e gli antenati nobili deificati, l’imperatore. Vengono fatte offerte di riso e sakè, pesce, frutta, verdura, che caratterizzano la cerimonie più importanti connesse a cicli stagionali. Lo scintoismo sottolinea l’importanza della purezza rituale e non possiede una gerarchia.
Fonte : http://www.alphabeto.it
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