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Introduzione al Buddhismo e alla Pratica di Zazen – Gudo Nishijima Roshi (2/6)

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Introduzione al Buddhismo e alla Pratica di Zazen

Insegnamenti di Gudo Nishijima Roshi

Il Buddha Gotama
Il Buddha Gotama

Zazen e Buddhismo

La parola Zazen si costruisce colle parole giapponesi za,
sedersi, e zen. La parola zen proviene dalla parola cinese ch’an
che è a sua volta una translitterazione della parola sanscrita
dhyana, che significa «meditazione». Diverse forme di
meditazione esistevano prima dalla nascita del Buddha Gotama.
Ad esempio, le forme di meditazione dello Yoga e così via. Nel
Buddhismo, c’interessiamo della pratica consistente nello stare
seduti nella medesima postura in un medesimo stato di corpo e
mente del Buddha Gotama. In questa postura, facciamo
l’esperienza del Dharma, la semplice realtà che sta di fronte a
noi, tale quale, senza più il minimo filtraggio dal pensiero, la
speranza, le intenzioni, le ambizioni, i gusti ed i disgusti.

Gl’insegnamenti buddhisti

Benché il semplice atto di sedersi in Zazen sembri perfino
troppo semplice per essere interessante, è molto importante
notare che, nelle nostre vite quotidiane normali, stiamo sempre
interpretando il mondo che abbiamo davanti a noi, e che è raro
che ci accontentiamo di «essere» in questo mondo così com’è.
Dimodoché, sedersi nella postura di Zazen è una maniera di
fare l’esperienza del semplice «essere» nel mondo, piuttosto che
l’atteggiamento carico d’intenzioni sul «divenire», che forma
una così gran parte dell nostre attività quotidiane.

I Tre Tesori

Il Buddhismo tradizionalmente riverisce i tre «tesori» : il
Buddha, il Dharma, ed il Sangha.

Buddha

Buddha fa riferimento al Buddha Gotama, il fondatore del
Buddhismo. Egli nacque circa dell’anno 463 prima della nostra
era, al confine di ciò che oggi è il Nepal con l’India, figlio di un
re del clan dei Çakya. All’età di 29 anni, lasciò il palazzo per
andare in ricerca del senso della vita, e, dopo di parecchi anni,
quando aveva 35 o 36 anni, dopo aver messo a punto un metodo
semplice di pratica fisica che equilibrava il suo corpo e la sua
mente, scoprì ciò che stava cercando : che il mondo esiste solo
qui ed adesso, e che l’universo è splendido così com’è. Durante
parecchi anni, insegnò ai suoi discepoli questa pratica semplice
e ciò che essa significava in quanto verità essenziale che
dovettero conoscere tutti gli esseri umani. Il Buddha Gotama
non era un dio, ma un uomo. Ed insegnò che tutti noi possiamo
tornare alla nostra condizione di origine, che è serena e pacata.
I suoi insegnamenti non sono spirituali, ma essenzialmente
umani ; grazie a questa semplice pratica, possiamo tutti giungere
alla nostra perfezione in quanto esseri umani.

Dharma

Dharma fa riferimento tanto agli insegnamenti del Buddha
Gotama quanto alla semplice realtà o verità che esiste davanti
a noi. Il Buddha Gotama insegnava che il mondo reale nel quale
esistiamo in quest’istante, non è identico ai nostri pensieri (al
suo proposito), e non è identico neanche alle percezioni che ne
abbiamo. Egli dice che il mondo reale al quale si era risvegliato
era diverso dell’immagine astratta che ne abbiamo, che ci
portiamo appresso dappertutto e alla quale ci riferiamo
costantemente. E chiamò Dharma quell’esperienza reale di «ciò
che è qui ed adesso» : realtà o verità.

Sangha

Il Buddha Gotama ha organizzato i suoi discepoli come
monaci, monache e laici dei due sessi, e questa struttura è stata
perpetuata sino ai nostri giorni. La chiamo il Sangha. E’ la
famiglia buddhista.

Azione corretta

Il Buddhismo afferma l’importanza centrale del
comportamento morale ed etico in tutte le sfere della vita.
Tuttavia, il suo approccio al comportamento morale è diverso
rispetto agli insegnamenti di altre religioni. Pur credendo
nell’azione corretta, il Buddhismo insiste sul fatto che l’azione
corretta non coincide col nostro concetto di azione corretta;
che l’azione morale non corrisponde sempre alle nostre
concezioni della moralità. La ragione è che il Buddhismo crede
che solo questo posto qui e questo momento qui sono reali e
che tutto il resto, passato e futuro, non hanno esistenza reale.

Ne consegue quindi che l’unico posto dove possa essere corretto
o scorretto il comportamento, è qui ed adesso. Dimodoché il
Buddhismo mette l’accento sul fatto che il giusto e lo sbagliato
hanno a che vedere col momento presente, qui ed adesso. Agire
moralmente significa agire correttamente in questo preciso
momento. Agire correttamente in quest’istante è l’unica vera
moralità. Ovviamente, potremmo discuterere del bene e del male
in quanto concetti astratti, ma queste astrazioni saranno sempre
staccate dalla situazione reale alla quale stiamo di fronte, adesso,
ciò che fa sí che esse risultino parziali e non possano in alcun
caso servire di guida completa per le nostre azioni nell’istante
presente.

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