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Qì Gōng, l’arte di trasformare se stessi

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Respirazione consapevole, posizioni statiche e dinamiche contraddistinguono l’antica pratica del Qì Gōng. Una disciplina che coinvolge mente, corpo e spirito donando salute e benessere all’individuo.

Le antiche arti possono essere molto più attuali di altre per promuovere il benessere psico-fisico. Foto: ©lm&sdp
Le antiche arti possono essere molto più attuali di altre per promuovere il benessere psico-fisico. Foto: ©lm&sdp

Yoga, Tai Chi, Qì Gōng. Non si può dire che l’Oriente non abbia coinvolto il nostro paese con le sue – antiche – discipline. Anche se, relegare tutto ciò a semplici esercizi ginnici è impossibile. Si tratta di vere e proprie forme di arte che coinvolgono corpo, mente e spirito considerandole un’unica entità.

«Il Qì Gong è una disciplina olistica che mira al benessere, alla crescita e alla trasformazione dell’individuo. Che l’obiettivo sia ridurre lo stress, migliorare la resistenza fisica, aumentare la vitalità, velocizzare il recupero fisico e mentale o migliorare l’equilibrio e la concentrazione, il risultato finale sarà identico: migliorare se stessi. E’ questo lo scopo principale del Qì Gong», spiegano Riccardo Romano e Chiara Comoglio, docenti di Qì Gong.

Il significato profondo e il concetto di Qì Gong sono racchiusi proprio nel suo nome: «il termine Qì Gong è infatti composto da due caratteri. Qì, inteso come energia universale e Gong (originariamente Gongfu) che rimanda al concetto di uno studio o un allenamento che necessita di molto tempo e fatica per essere portato a compimento. Il concetto di Qì Gong può essere quindi interpretato come qualunque tipo di addestramento o studio relativo al Qì che richieda tempo e fatica».
Si dice che questa antica disciplina coinvolga tre tesori, chiamati Qi, Shen e Jing. «Per i cinesi, la parola Jing ha diversi significati e può essere un verbo, un aggettivo o un sostantivo. In quest’ultimo caso – che è quello che ci interessa maggiormente – significa “essenza” e rimanda all’idea di una sostanza ancestrale. Nell’uomo il Jing originario viene trasmesso dai genitori attraverso il concepimento e costituisce la sorgente e la base della vita; in pratica è ciò che ci permette di crescere. Poiché una volta venuti al mondo il Jing non può fare altro che venire consumato, occorre imparare a conservarlo, custodirlo e migliorarne la qualità».

«Anche il termine Qì ha infinite traduzioni – continuano Romano e Comoglio – le più comuni rimandano all’idea di energia, forza materiale e soffio vitale. Questo perché lo stesso ideogramma indica simultaneamente qualcosa di materiale e immateriale. E’ perciò pensabile come un’energia che si manifesta contemporaneamente su più livelli: fisico, mentale e spirituale. Il Qì è condizionato da tutto ciò che ci circonda: dall’aria che respiriamo, dal cibo, dallo stile di vita che teniamo e persino dalle nostre attitudini emotive e dal nostro modo di essere».


– Leggere il fine : www.lastampa.it




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