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Petizione mondiale della Fao, aiuti dei Paesi ricchi bloccati e inefficienti

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Il direttore generale della Fao, Jacques Diouf, ha annunciato ieri una petizione online su scala mondiale sul sito www.1billionhungry.org per protestare contro lo scandalo della fame nel mondo che ha ormai oltrepassato la soglia di 1 miliardo di persone, una persona su sei.

“Senza azioni decisive da parte degli Stati il numero degli affamati nel mondo potrebbe accrescersi e non può essere esclusa una nuova crisi alimentare” – ha detto Diouf che ha ribadito l’invito ai governi mondiali ad investire circa 44 miliardi di dollari all’anno per sconfiggere la fame nel mondo aumentando la produzione agricola e rilanciando il settore rurale nei Paesi in via di sviluppo. “Occorrono più risorse per l’agricoltura: ovvero tornare a investire nel settore rurale e agricolo quel 17% cento del totale degli Aiuti allo sviluppo (Oda) che negli anni Ottanta consentì all’India e ai Paesi dell’America Latina di risollevarsi dalla crisi alimentare con la ‘rivoluzione verde’”. Una percentuale che gli esperti della Fao hanno tradotto in circa 44 miliardi di dollari all’anno, cifra molto lontana dal 5% delle risorse oggi destinate all’agricoltura.

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“Oggi nel mondo ci sono oltre un miliardo di affamati e la fame genera rabbia, che è potenziale fonte di conflitti. Ne sono dimostrazione i tumulti scoppiati di recente in 22 Paesi in via di Sviluppo a causa dell’impennata del costo delle derrate alimentari. Per non parlare dell’immigrazione forzata, che oggi tanto preoccupa i Paesi ricchi”. E oggi – ha aggiunto direttore generale della Fao “una nuova crisi alimentare non può essere esclusa visto che a oggi le popolazioni di 31 Paesi in via di Sviluppo, di cui 20 solo in Africa, necessitano di aiuti alimentari d’emergenza”.

Jacques Diouf quindi oggi ha proposto una giornata mondiale di sciopero della fame alla vigilia del prossimo Vertice mondiale sulla sicurezza alimentare della Fao a Roma (16-18 novembre), come “testimonianza simbolica di solidarietà al miliardo di affamati del pianeta”. “Propongo che sabato o domenica tutti coloro che credono che la sicurezza alimentare debba essere una priorità dell’agenda politica internazionale facciano uno sciopero della fame solidale con i più poveri del mondo” – ha spiegato Diouf in conferenza stampa aggiungendo: “Personalmente farò 24 ore di sciopero della fame a partire da sabato mattina”.

Nei giorni scorsi un rapporto presentato a Washington dall’organizzazione non-profit DARA (Development Assistance Research Associates) avvertiva che non solo i fondi sono insufficienti ma sono anche investiti in modo poco efficace. Il rapporto misura la Hri (Humanitarian response index), un indicatore dell’efficacia nell’assistenza umanitaria, e la conclusione è che gli aiuti, nonostante le promesse di organismi come G8 e Fao, restano limitati, mentre aumentano le catastrofi – molte collegate ai cambiamenti climatici – e i conflitti.

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Secondo il rapporto, l’Italia è terzultima su 22 paesi avanzati più la Commissione europea (che è al quinto posto). Peggio dell’Italia stanno soltanto Grecia e Portogallo, mentre ai primi tre posti ci sono Norvegia, Svezia e Irlanda.
Secondo un rapporto presentato oggi a Roma da Medici Senza Frontiere (MSF) “i fondi stanziati dai paesi ricchi per combattere la malnutrizione sono rimasti invariati per sette anni” e il prossimo Vertice sulla sicurezza alimentare della Fao rischia di fallire se i governi continueranno a spendere poco per lottare contro la malnutrizione infantile”. I fondi equivalgono solamente al 3% di quanto sarebbe necessario per evitare che ogni anno tra i 3,5 e i 5 milioni di bambini sotto i cinque anni muoiano per cause legate alla malnutrizione. Il rapporto “Malnutrizione: quanto è stato speso? Un’analisi dei flussi finanziari a sostegno della lotta alla malnutrizione tra il 2004 e il 2007” (in .pdf), mostra inoltre l’entità degli sprechi nel sistema degli aiuti alimentari. Secondo MSF, molti dei buchi nei finanziamenti potrebbero essere riempiti semplicemente riallocando i fondi esistenti a favore dei gruppi più vulnerabili, i bambini sotto i cinque anni.

L’Unicef riporta che nei Paesi in via di sviluppo circa 200 milioni di bambini sotto i cinque anni soffrono di ritardi nella crescita come conseguenza della denutrizione cronica infantile e materna. “La denutrizione contribuisce a determinare più di un terzo del totale dei decessi dei bambini sotto i cinque anni” – ha sottolineato il Presidente dell’Unicef Italia Vincenzo Spadafora presentando alcuni dei dati contenuti nel nuovo rapporto “Tracking Progress On Child and Maternal Nutrition” (Il punto sui progressi nella nutrizione materno-infantile – in .pdf), lanciato ieri.

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In occasione del Vertice mondiale sulla sicurezza alimentare della Fao che si terrà dal 16 al 18 novembre a Roma, i movimenti e le organizzazioni società civile promuoveranno dal 13 al 17 novembre presso la Città dell’Altra Economia di Roma un Forum parallelo “People’s Food Sovereignty Now!” (qui alcuni testi in italiano) che coinvolgerà coltivatori, popolazioni indigene, giovani agricoltori, donne e altre organizzazioni sociali. Per coordinare i lavori del Forum è stato costituito dalle stesse organizzazione partecipanti un Comitato direttivo internazionale del Forum (International steering committee of the forum – Isc) a cui partecipa il Comitato italiano per la sovranità alimentare che ospita il Forum della società civile.


Fuente: www.unimondo.org

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