Home Spazi Buddhisti Société Samadhi all’Unione con la Coscienza

Samadhi all’Unione con la Coscienza

55
0

Questo grado comprende il livello superiore dei progressi spirituali — dai primi Samadhi all’Unione con la Coscienza Primordiale nella Sede del Creatore.
La coscienza dell’adepto preparata nel lavoro del grado precedente diventa capace di entrare in contatto con la Coscienza di Dio nei supremi eoni. Questi primi contatti donano una nuova e viva sensazione di beatitudine chiamata Samadhi.

A differenza del Samadhi, il Nirvana è proprio l’Unione abbastanza stabile con la Coscienza di Dio, nella quale si perde la sensazione del “io” localizzato. Il termine “Nirvana” significa “la combustione completa”, cioè eliminazione della propria individualità nell’Unirsi con Dio, dopo di essersi espanso e sciolto in Lui, l’uomo si sente d’essere Lui. In realtà succede proprio così.
Nella Bhagavadgita Krishna parla sia del Samadhi, sia dei gradi principali del Nirvana: il Nirvana nel Brahman (lo Spirito Santo) e il Nirvana nell’Ishvara (il Creatore).

meditation12-3.gif
Però in India i buddisti, ai loro tempi, hanno cominciato ad utilizzare molto il termine “Nirvana”, il quale ulteriormente è stato “sloggiato” dall’India dagli induisti insieme con il buddismo. Per sostituirlo, le scuole induiste hanno cominciato ad allargare il significato del termine “Samadhi”, aggiungendo ad esso diverse parole-prefissi. Diverse scuole hanno cominciato ad utilizzare queste parole complesse con vari significati, di conseguenza, il termine ha perso la sua determinatezza. Per questa ragione vale la pena di tornare alla terminologia ben precisa introdotta nella cultura spirituale da Dio rappresentato da Krishna

Dunque, per passare dal Samadhi (il Contatto) al Nirvana (l’Unione) è indispensabile avere una coscienza individuale grande e forte sviluppata nelle pratiche precedenti, la quale, per di più, deve essere stabile nella finezza Divina.

Se sono osservate tutte queste condizioni, non rimane altro che trovare l’entrata nell’eone necessario, entrare in esso e sciogliersi nella sua Coscienza per mezzo della “reciprocità totale”, la quale deve essere imparare preliminarmente. La metodologia per imparare la reciprocità totale comprende non solo le pratiche meditative ma anche la preparazione etica, che consiste nella liquidazione completa del proprio “io” inferiore, la sostituzione di esso con “io” collettivo e poi con “Io” universale, cioè, con il Paramatman. Solo così un uomo può diventare partecipe dell’infinita Forza Divina.
“Noi… abbiamo una riserva di energia psichica inesauribile!” [2:394] — dice Dio.
Però “se esprimiamo le condizioni e spieghiamo la destinazione dello yoga, il numero di coloro che vorranno aderire non sarà poi molto grande. Per essi sarebbe terribile rinunziare all’io-ismo…” [2:451].

In relazione con quanto sopra esposto, vorrei citare una frase dal libro di C.Castaneda “La forza del silenzio”: “La guerra per un combattente è una lotta totale contro “l’io” individuale, il quale priva l’uomo della sua forza”.
Gli eoni superiori vengono conquistati uno dopo l’altro. Prima di cominciare la conquista di un nuovo eone, si è costretti ad accumulare a lungo, a volte per anni, la forza della coscienza, per essere capaci di penetrare e rimanere in esso. Ciò non riguarda soltanto coloro che si sono avvicinati a questa soglia ancora nell’incarnazione precedente ed ancora da quei tempi hanno conservato la forza personale della coscienza e la finezza indispensabili.

Fonte : www.ecologia.swami-center.org

Previous articleDiventare un attore e un membro attivo della Buddhachannel
Next articleZhang Huan: Ashman. Al Pac Milano