Shantideva
dal Siksha-Samuccaya
(sul non mangiare la carne).
Quindi egli deve sostenersi nel corpo, ciò è sempre utile: ma non con pesce o carne, perché ciò è proibito nel Lankavatara Sutra.
Infatti così è detto:
“Nessuna carne deve essere mangiata”; così dico al Bodhisattva pietoso: per il fatto della parentela; per il fatto che è sbagliato; per il fatto che è prodotta da seme e da sangue uterino. Il devoto dovrebbe evitare la carne come una cosa impropria per le creature viventi.
Il devoto dovrebbe evitare sempre la carne, le cipolle, gli intossicanti di ogni genere, l’aglio di tutte le specie. Dovrebbe evitare l’olio per le unzioni (cosmetiche); non dovrebbe dormire su letti con sostegni cavi o cavità o dove si possa mettere in pericolo creature viventi.
Per guadagno una creatura vivente è uccisa, dato che dei soldi sono ricavati dalla vendita della carne: entrambi questi peccatori sono bruciati nell’Inferno di Raurava ed in altri inferni..
“E così via fino a ciò:
“ Colui che mangia carne, trasgredendo le parole del saggio, l’uomo dalla mente diabolica, per la distruzione dei due mondi, dopo essere stato consacrato nel “credo del Sakya”, quei peccatori vanno all’inferno più terribile; i mangiatori di carne sono bruciati negli inferni terribili come Raurava.
Carne libera dalle tre obiezioni, non preparata, non richiesta, non sollecitata, non esiste: quindi si non dovrebbe mangiare carne.
Un devoto non dovrebbe mangiare carne, azione biasimata da me e dai Buddha: i membri di una famiglia che mangia carne putrefatta, si divorano l’un l’altro”.
Ed così via fino a ciò:
“ Con fetore di nocivo e abominevole, folle, egli è nato in una famiglia Candala o Pukkhasa, nelle basse caste, per innumerevoli volte. È nato da una femmina scostumata, in una famiglia mangiatrice di carne, è nato da un’orsa o da una gatta, da una povera disgraziata.
Nell’Hastikakshya, nel Nirvana, nell’Angulimàlika e nel Lankavatara Sutra, è biasimato il consumo di carne. Dai Buddha e dai Bodhisattva e dalle persone religiose è biasimato; colui che la mangia, sempre rinascerà svergognato e pazzo.
Ma evitando coloro che mangiano carne, gli uomini rinascono fra i brahmini o in una famiglia di devoti e saranno intelligenti e ricchi.
Nel dubbio circa cose viste o sentite si dovrebbe evitare ogni tipo di carne; i filosofi che appartengono ad una famiglia che mangia carne di carogne non capiscono nulla.
Come la passione sarebbe un ostacolo al risveglio, così lo sono cose come la carne o gli intossicanti.
Nel futuro, i mangiatori di carne, parlando delle afflizioni mentali, diranno che la carne è adeguata, senza vergogna, elogiata dai Buddha. Ma il Pio dovrebbe nutrirsi dei propri bocconi con moderazione, a malincuore, come un’utile cura, con il pensiero che essi siano come la carne del proprio figlio.
Chi dimora nella gentilezza ha sempre criticato questo alimento, (come) se ci si accompagnasse con leoni, tigri ed altre bestie feroci.
Di conseguenza non si dovrebbe mangiare carne, essa disturba la natura delle persone perché ostacola la liberazione e la giustizia: questo è l’operare del Nobile.
Scritto da Shantideva, dal Siksha-Samuccaya