ANIMA POETICA*
C’è un che di poetico quando mi affaccio alla finestra della mia camera e vedo il tramonto. Io prima, il tramonto, lo vedevo solo dal finestrone del mio ufficio ed il piu’ delle volte era un tramonto che non facevo in tempo a vedere, sommersa di lavoro davanti allo schermo di un pc. Invece adesso, che al pomeriggio il piu’ delle volte sono a casa, mi sorprendo a notare cose che prima mi sfuggivano…i bambini che escono dalla scuola elementare verso le cinque (e la relativa folla di genitori e nonni), il sole che va a finire dietro le case, ragazzini in bicicletta…. ed io che pensavo che il mio paese fosse uno schifo di deserto, adesso mi devo ricredere. Tutta questa gente, questo tempo che ora mi appartiene, li adoro. Vedo la vita, che prima si spegneva con la sera quando uscivo da quell’ufficio e mi affrettavo a prendere il passante ferroviario, poichè altrimenti non avevo le coincidenze per la metro e per il bus….adesso faccio due passi nella via, assaporando il relax…. e riempiendomi di umane presenze. Io, che prima stavo attaccata otto ore dinanzi ad uno schermo, prendo in braccio bambini, e all’una esco contenta perchè per un altro giorno ho giocato con loro e li ho visti insieme…..
Questo senso di pienezza non lo provavo da almeno dieci anni, dall’ultima volta che ho lavorato coi bambini nel centro estivo. Dove sono stata finora?
Non avere fretta, non correre, non farsi venti minuti di bus per tornare a casa, non arrivare quando tutti i negozi sono chiusi e tutte le persone sono a casa a cenare, non arrivare a casa col buio e con il freddo… amo tutto questo.
E poi mi accorgo che Dio esiste davvero…..
Finalmente mi arriverà anche la liquidazione cosi’ potro’ vivere piu’ dignitosamente con mio marito…e pensare anche ad un futuro..
ma oggi vivo il presente e me lo vivo a pieni polmoni (non troppo pieni perchè poi c’e’ lo smog..:P).
Io comunque..sono un’anima solitaria. Sto meravigliosamente bene anche quando sono da sola. Mi piace riflettere, creare, fantasticare, ideare…….
Queste cose neppure mi sfioravano l’anticamera del cervello quando stavo in quell’ufficio………….lavoravo per routine, per portare a casa il pane, e mi dispiace molto di tutto cio’.
Ma è tempo di guardare oltre e di continuare a vivere al meglio.
Il mestiere di maestra è difficile e di sicuro devo imparare moltissime cose….ma soprattutto devo essere sicura di me stessa e non avere alcun timore.
Penso sempre che ce la faro’ e che non voglio piu’ la vita che avevo prima.