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Siddhartha il Buddha

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Risveglio

Prima di raggiungere l’Illuminazione o Risveglio (in sanscrito bodhi) e intraprendere la predicazione della Dottrina (Dharma), Gautama intraprese per sei anni (così tramandano le fonti) varie forme anche estreme di ascesi (definite tāpas, forme arcaiche di meditazione e yoga). Questo periodo della sua vita segnò un punto molto importante per il suo insegnamento: il Buddha visse tutte le esperienze umane possibili: l’ascesi, il potere, la fame, la mortificazione del corpo, la povertà, la solitudine, il matrimonio e l’amore.

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Il Buddha predicò una dottrina e una prassi volte all’affinamento della conoscenza e della consapevolezza fino all’estinzione (nirvāṇa), che si discosta dagli eccessi sensuali così come dall’ascetismo esasperato che ottunde la mente e nuoce al corpo. Suoi interlocutori principali saranno i monaci, prima compagni di ricerca e poi seguaci, che formeranno una comunità sempre più folta dotata di regole proprie. Predicò anche ai laici indicando una via di moderazione e controllo delle passioni che conduce a una migliore condizione di esistenza.

La sua predicazione segnò sotto molti aspetti un punto di radicale rottura con la dottrina del Brahmanesimo (che successivamente prendera la forma di Induismo) e dell’ortodossia religiosa indiana dell’epoca. Infatti, in maniera non dissimile da quello del fondatore del Jainismo, Mahāvīra, il suo insegnamento non riconosceva il predominio della casta brahmanica sull’ufficio della religione e la conoscenza della verità, bensì a tutte le creature che vi aspirino praticando il Dharma.

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Predicazione ed insegnamento

Negli anni successivi al nirvāṇa, Buddha si dedicò alla predicazione e fondò un ordine di monaci. Molto frequentemente, alcuni monaci chiedevano al loro maestro che spiegasse meglio alcuni punti, soprattutto che sciogliesse alcune questioni filosofiche circa l’eternità dell’universo, la differenza o identità fra corpo ed anima. Buddha si rifiutò sempre di affrontare argomenti metafisici ed astratti, considerandoli ininfluenti davanti allo scopo finale del suo insegnamento: il raggiungimento della tranquillità necessaria per il nirvāṇa.

Allo stesso modo il Buddha preferì non prendere mai una posizione netta all’interno della schermaglia fra i sostenitori dell’esistenza dell’io e della non esistenza dell’io. Anche in questo caso, l’unica soluzione alla controversia consiste nel nirvāṇa, esperienza ineffabile e per questo impossibile da spiegare o interpretare a parole.

Il parinirvāṇa del Buddha

Gli ultimi anni della vita del Buddha furono piuttosto disgraziati. Al compimento del suo settantesimo compleanno, un suo invidioso cugino, Devadatta provò ad ucciderlo attraverso degli assassini al soldo e in seguito con un elefante selvaggio. Non riuscendoci, Devadatta creò uno scisma insieme ad altri monaci, e predicò una ascesi molto più radicale di quella puramente buddhista.
Due fra i discepoli più vicini a Buddha, Śāriputra e Maudgalyāyana, riuscirono a riportare sulla strada maestra gli ex-seguaci di Devadatta. In questi anni si verificò anche la rovina del suo clan, gli Śākya e i suoi due discepoli più affezionati morirono.

Sulla morte di Buddha, così come la sua cerimonia funebre, sono stati scritti moltissimi racconti. Sembra che la causa della sua morte sia da attribuire ad un cibo che contribuì ad aggravare una malattia da cui si era appena rimesso.

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La sua vita, i suoi discorsi, il ruolo monastico che ricoprì e l’influenza che ebbe in senso generale specie sulla cultura asiatica (ma anche per certi versi su quella occidentale), sono stati studiati e trasmessi ai posteri solo dopo la sua morte dai discepoli della comunità buddhista delle origini (il Saṃgha), dapprima secondo la tradizione orale e successivamente attraverso testi più elaborati in seno alla dottrina buddhista. Il corpus letterario del Buddhismo, costituito da un nucleo fondamentale e da molti testi aggiunti in seguito nelle diverse correnti, è noto con la denominazione sanscrita di Tripitaka e fu tradotto in molte lingue asiatiche.

http://it.wikipedia.org/wiki/Gautama_Buddha

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