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CHENREZIG, l’espressione del Sangha 2/2

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Recitando il mantra di Chenrezig si attiva la sua attività compassionevole per il beneficio sia degli altri che di sé stessi. I risultati positivi che ne derivano possono essere maggiori di quelli che realisticamente si possono immaginare. Fu il “Secondo Buddha”, Guru Rinpoche (in Sanscrito Padmasambava) che, su ordine del Re Trisong Deutsen, riuscì ad affermare il Buddhadharma in Tibet.
Informò chiaramente il Re e i suoi sudditi dei benefici prodotti invocando l’attività del Grande Compassionevole. Fu proprio Guru Rinpoche a nominare Chenrezig la principale divinità dei Tibetani. Prima di lasciare la terra delle nevi, Guru Rinpoche tenne un lungo discorso al re Mutig e alla sua assemblea.

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Cominciò con: “Ascoltate, Re del Tibet, nobiltà e sudditi! OM MA NI PE ME HUNG è la quintessenza del Grande Compassionevole, quindi il merito che deriva dal pronunciarlo è incalcolabile. Un singolo seme di sesamo può moltiplicarsi in moltissimi semi, ma il merito che deriva dal pronunciare le sei sillabe è molto più grande. Tutti i bisogni ed i desideri sono assicurati quando si supplica il prezioso gioiello che esaudisce i desideri, ma il merito sorto dal pronunciare le sei sillabe è molto più grande. È possibile contare tutto il grano seminato nei quattro continenti, ma i meriti che derivano dal pronunciare le sei sillabe una sola volta non possono essere contati. È possibile contare le gocce d’acqua nel grande oceano, una ad una, ma i meriti che derivano dal pronunciare le sei sillabe una sola volta non possono essere contati. È possibile contare ogni pelo sul corpo di tutti gli animali esistenti, ma i meriti che derivano dal pronunciare le sei sillabe una sola volta non possono essere contati. OM MA NI PE ME HUNG. Le sei sillabe sono la quintessenza del Grande Compassionevole. È possibile consumare una montagna di ferro meteorico alta otto mila miglia strofinandola una volta ogni eone con il cotone più soffice del Kashika, ma i meriti che derivano dal pronunciare le sei sillabe una sola volta non possono esaurirsi.

È possibile calcolare i meriti che derivano dal costruire uno Stupa con sette preziosi materiali, riempito di reliquie dei Buddha di tutto il sistema del mondo e facendo continue offerte, ma i meriti che derivano dal pronunciare le sei sillabe una sola volta non possono essere calcolati.”

Guru Rinpoche continuò a spiegare i benefici della pratica di Chenrezig: “OM MA NI PE ME HUNG. Le sei sillabe sono la quintessenza della mente del nobile Avalokitesvara. Se reciterete questo mantra 108 volte al giorno, non prenderete rinascita nei tre reami inferiori. Nelle vite seguenti conseguirete un corpo umano e potrete ricevere una visione del nobile Avalokitesvara. Se recitate quotidianamente il mantra correttamente ventuno volte, sarete intelligenti e capaci di ricordare tutto quello che avrete appreso. Avrete una voce armoniosa e diventerete esperti nel significato di tutto il Buddhadharma…… ” Il grande Siddha Guru consigliò i suoi seguaci di invocare Occhi Amorevoli in tutte le situazioni: “…. Paragonato a qualsiasi trattamento o cura, le Sei Sillabe sono il rimedio più potente contro malattia e la sofferenza”.

Continuò: “Le virtù delle Sei Sillabe sono incommensurabili e non possono essere pienamente descritte perfino dai Buddha dei tre tempi. Perchè? Perchè questo mantra è la quintessenza del nobile Bodhisattva Avalokitesvara, che incessantemente guarda con compassione le sei classi degli esseri. Così la recitazione di questo mantra libera tutti gli esseri dal samsara.” Si dice che il mantra di Chenrezig racchiuda tutti gli insegnamenti del Buddha ed esprima la sua essenza illuminata. Quindi il mantra è dotato della capacità di purificare la nostra mente dai veli che la oscurano. Questi veli comprendono le due principali oscurazioni, le nostre personali emozioni perturbatrici ed il nostro modo rigido e fissato di vedere la “realtà”. Insieme, questi due fattori includono ciò che è conosciuto come ignoranza, e questa è la ragione per cui continuiamo a pensare, a fare e a dire quelle cose che attraverso causa ed effetto alla fine maturano come dolore. Chenrezig è essenzialmente compassione, unita alla suprema natura della mente.

Le due cose corrispondono alle forme dell’altruismo risvegliato. In Tibetano quest’altruismo è conosciuto come Bodhicitta. Prima di tutto c’è la “Bodhicitta assoluta”, che corrisponde alla vacuità, in cui la realtà viene direttamente sperimentata come qualcosa privo di consistenza, di sostanza e di realtà. Poi c’è la “Bodhicitta relativa” che è il sincero desiderio di dare beneficio agli altri senza limiti. La Bodhicitta relativa può scaturire dalla Bodhicitta assoluta quando si comprende che tutti gli esseri sono inseparabili dalla nostra stessa consapevolezza e dalla nostra esistenza umana. Le due Bodhicitta insieme includono vacuità e compassione. Questi aspetti relativi ed assoluti possono anche essere visti come unione di saggezza, compassione, e i metodi per raggiungerle. Al livello più alto entrambe sono l’incontro tra gioia e spazio, tra il gioiello ed il loto, tra l’attività maschile e la saggezza femminile ed il dissolvimento di tutte le illusioni.

ll corpo di Chenrezig è bianco e immacolato come neve che riflette direttamente il sole. È raffigurato con quattro braccia che simboleggiano sia i quattro incommensurabili, amore, compassione, gioia ed equanimità, sia le quattro attività buddhiche di pacificazione, rafforzamento, attrazione e protezione attiva. Due mani tengono all’altezza del cuore il gioiello che esaudisce tutti i desideri. La mano destra più esterna tiene una mala di cristallo che porta tutti gli esseri verso la liberazione. Il fiore di loto che porta nella sua mano sinistra simbolizza l’apertura a tutti i reami dei Buddha. La luna dietro di lui simbolizza la radiosità del suo stato illuminato. Le cinque stoffe di seta colorata rappresentano le cinque saggezze. La pelle di daino sulla sua spalla destra è il simbolo della amorevolezza, della forza e della gentilezza di questo animale. All’altezza del cuore di Chenrezig è posato un fiore di loto aperto al centro del quale c’è la sillaba seme HRIH, che significa gentilezza amorevole. Questa è anche la sillaba seme per invocare l’attività del Buddha Amitabha. Intorno alla sillaba ci sono le sei sillabe che emanano luce verso i reami dell’esistenza samsarica.

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OM è un bianco brillante, MA è verde, NI è giallo, PE è blu, ME è rosso mentre la lettera HUNG è nera oppure blu profondo. Sopra Avalokitesvara posto su un trono di loto siede il Buddha rosso della Luce Infinita Amitabha, che appare splendente come una montagna di rubini nella luce di mille di soli. Egli tiene la ciotola della liberazione nel suo grembo.

Seguendo l’OM, che rappresenta il corpo di tutti i Buddha, le sei sillabe significano letteralmente:”Il gioiello è nel loto”. È la fine di tutti i dualismi; adesso il meditatore, l’oggetto di meditazione e l’atto del meditare diventano una totalità inseparabile. Generiamo quindi la compassione Buddhista sperimentando gli altri come inseparabili da noi stessi ed osservando la sofferenza condizionata delle loro menti, e non dando retta alle varie sofferenze del nostro cuore.

Al nostro attuale livello di esperienza, gli esseri rinascono in seguito alla maturazione del loro karma. La pratica delle sei sillabe chiude le porte alla rinascita dolorosa nei sei reami dell’esistenza ciclica conosciuta come samsara. OM chiude la porta al regno degli dei, che sorge dall’orgoglio eccessivo. MA chiude la porta alla gelosia e al regno dei semidei. NI chiude la porta all’attaccamento e allo stato di desiderio predominante che tiene legati al regno umano. PE trasforma il torpore e l’ottusità della rinascita nel regno animale. ME svuota il regno dei preta, o spiriti affamati, e trasforma la loro opprimente avidità. Infine HUNG svuota i regni di paranoia, bollenti e freddi, che derivano dalla collera e dalla rabbia, dove la sofferenza e’ oltre ogni immaginazione e sembra durare in eterno.

Questi stati possono essere visti come immaginari o reali, e possono tutti essere visti all’interno delle stesse condizioni umane. Le sillabe hanno anche un proprio effetto specifico di purificazione. OM purifica i veli del corpo. MA purifica i veli della parola. NI purifica i veli della mente, PE purifica i veli delle emozioni perturbatrici. ME purifica i veli dei condizionamenti abitudinari e latenti, mentre HUNG rimuove il velo della conoscenza fuorviante. Le sei sillabe sono rispettivamente una invocazione del corpo, della parola e della mente, delle qualità, delle attività e della totalità di tutti i Buddha. Le sillabe corrispondono anche alle sei perfezioni o “paramita”. Queste sono la generosità, la condotta etica, la pazienza, l’applicazione gioiosa, la concentrazione meditativa e la saggezza o realizzazione. OM invoca l’attività di Ratnasambhava, MA di Amoghasiddhi, NI invoca Vajradhara. PE richiama Vairochana, ME Amitabha mentre HUNG invoca Akshobya. Infine le sei sillabe sono connesse alle sei saggezze. Sono infatti l’aspetto pienamente trasformato delle nostre emozioni perturbatrici, tutte derivanti principalmente dall’ignoranza e in secondo luogo dall’attaccamento e dall’avversione. OM è la saggezza eguagliatrice, MA la saggezza realizzatrice, NI la saggezza autoriginata, PE la saggezza del Dharmadatu, ME la saggezza discernitrice, mentre HUNG è la saggezza simile ad uno specchio.

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Il grande poeta e yogi Patrul Rinpoche consigliò i suoi discepoli: “Una divinità, Chenrezig, rappresenta tutti i Buddha; un mantra, le sei sillabe, rappresenta tutti i mantra; un Dharma, la Bodhicitta, rappresenta tutte le pratiche delle tappe di sviluppo e di completamento. Conoscendo il mantra che libera tutti, recita il mantra delle sei sillabe. Quando la tua vita si esaurisce come il sole che cala oltre l’orizzonte, la morte si avvicina come le ombre che si allungano alla sera. Cosa rimane della tua vita che svanisce rapida come le ultime ombre che si dileguano? Non c’è tempo da sprecare, recita il mantra delle sei sillabe. Se controlli la tua mente ripetutamente, qualsiasi cosa fai, diventa il sentiero perfetto. Di tutte le centinaia di istruzioni vitali questa è la assoluta quintessenza; concentra ogni cosa in questo singolo punto e recita il mantra delle sei sillabe.” La pratica del mantra di Chenrezig è disponibile per chiunque. Tuttavia, per essere veramente efficace è necessario ricevere il rifugio, l’iniziazione e le istruzioni orali da un Lama o da un insegnante qualificato. In questo modo tutte le condizioni sono ottimizzate per invocare e realizzare il pieno potenziale del potere benevolo della divinità.

Il Sangha comprende i praticanti attivi che perseguono il sentiero dei Bodhisattva. Chenrezig rappresenta il perfetto altruista che lavora per gli altri senza limiti. Da tempi senza inizio sono apparsi degli esseri che prendono continuamente rinascita nei vari reami e dimensioni di esistenza. Comprendendo questo nasce la consapevolezza che tutti gli esseri, una volta o l’altra, senza eccezione, sono stati nostre madri gentili e protettive. Aprendo gli occhi vediamo che questi stessi esseri sono ancora presi nella rete della sofferenza condizionata. Che scelta ha la persona intelligente se non quella di lavorare diligentemente per ripagare la precedente gentilezza che gli fu data?
Un po’ di abile distacco e di pazienza possono essere utili quando incontriamo oggi quelle stesse madri come nostri detestabili nemici o oppressori. Una ragione in più per essere grati verso di loro. Tutti noi, dal più grande a quelli con corpi o intelligenza simili a microbi, abbiamo la natura di Buddha. Nel Buddhismo la condizione umana, sebbene temporanea, è considerata il veicolo ottimale per riconoscere ed attivare tutte le qualità della mente. È solo la polvere karmica ad oscurare la chiarezza della nostra natura di Buddha. Si dice che i detriti karmici di eoni innumerevoli di vite passate possono essere sradicati con la pratica delle sei sillabe e invocando il proprio Lama illuminato, in quanto inseparabile dalla forma e attività di Occhi Amorevoli. Rinunciando alla grande opportunità di praticare, la grande ruota delle apparenze samsariche continuerà a girare e noi potremo perdere quella più che rara qualità di valore dell’essere umano, che è la libertà stessa.

Fonte : http://www.buddhism.it

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