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Il Tè – Curiosità e aneddoti

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Durante la dinastia Tang si sviluppò in Cina il cosiddetto Tributo del Tè, che consisteva nell’invio di un quantitativo scelto di tè all’Imperatore che doveva essere destinato al suo consumo personale e quindi la raccolta (detta Imperiale) doveva seguire regole speciali e rigidamente codificate. Tra queste quella che imponeva alle giovani raccoglitrici l’uso di guanti e il divieto assoluto di mangiare cibi dall’odore troppo intenso quali cipolle e aglio e spezie piccanti, per salvaguardare le foglie da eventuali sgradevoli contaminazioni.

Nel ‘700 la domanda di tè in Inghilterra era talmente cresciuta che difficilmente i mercanti riuscivano a soddisfare tutte le richieste, soprattutto quelle provenienti dalle classi più modeste. Per questa ragione si rivolgevano al contrabbando e al mercato nero dall’Olanda. Il pericolo maggiore erano però le truffe a base di tè adulterato: al tè si aggiungevano foglie essiccate di piante come la liquirizia e il frassino, cotte, frantumate e decolorate con melassa e chiodi di garofano e immerse poi nello sterco di pecora.

Dal 1618, anno in cui per la prima volta lo zar Michele III ne riceve in dono, i russi diventano i principali importatori di tè cinese (nero e leggermente affumicato). Il tè raggiungeva il mercato russo trasportato da grandi carovane composte anche da 300 cammelli ognuno dei quali arrivava a portare circa 270 kg di tè. Una carovana impiegava dai 16 ai 18 mesi per completare il suo viaggio e alla fine del XVIII sec. i russi consumavano ogni anno 6.000 carichi di cammelli.

Alla fine del XVII sec. in Inghilterra il tè più economico costava 7 scellini la libbra (453 gr.) equivalente di una settimana di paga per un operaio.
Oggi il tè più caro presente nel catalogo della prestigiosa maison francese Mariage Frères è il Thé Jaune Cinq Dynasties che costa 50,00 Euro ogni 20 gr. (cioè 1.132,50 Euro per 1 libbra: lostipendio mensile di un impiegato).

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Il tè giunse in Europa accompagnato dalla fama di potente rimedio contro molte malattie, così come sostenevano da secoli i medici cinesi. Ma ovviamente non mancarono le opinioni contrarie, espresse con foga dai detrattori della bevanda. Al fine di risolvere definitivamente la controversia, il re Gustavo III di Svezia si fece promotore di un curioso esperimento: a due condannati a morte venne commutata la pena in ergastolo in cambio della loro disponibilità a sorbire per due mesi ben 15 tazze al giorno di tè il primo e di caffé l’altro.

La sperimentazione, però, ebbe un esito assai imprevisto perché entrambi i clinici, incaricati di seguirne le sorti, morirono di morte naturale pochi giorni dopo il suo inizio e furono immediatamente seguiti dallo stesso re Gustavo assassinato a seguito di una congiura di nobili. Si salvarono e godettero di ottima salute le due cavie, che portarono regolarmente a termine la prova.

In Germania il termine “bollitore da tè” si usa anche per indicare una persona pigra o un sempliciotto.

L’espressione “ricevere il proprio tè” significa invece essere cacciati via, venire liquidati.

Il trasloco dell’Ufficio delle imposte di Liverpool fu sospeso perché i nuovi locali non avevano ancora la mensa attrezzata e gli impiegati non avrebbero potuto bere il loro tè pomeridiano.

Fonte : http://www.teatime.it

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