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Buddhismo Zen – Origini e diffusione

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Le scuole del Buddhismo Zen derivano per lignaggi, dottrine e testi strettamente (anche se con delle specifiche evoluzioni) da quelle del Buddhismo Chán fondato in Cina dal leggendario monaco indiano Bodhidharma. Furono trasferite nell’arcipelago giapponese da monaci Tendai di ritorno dai loro viaggi in Cina. Oppure, successivamente, trasferite da monaci cinesi missionari in Giappone. L’introduzione del Buddhismo Zen, come scuola autonoma, in Giappone ha avuto un processo piuttosto sofferto. Tali difficoltà non si riscontrarono tanto nel trasferimento di dottrine, testi e lignaggi quanto piuttosto nel rendere autonomo lo Zen dalla scuola Tendai.

Il primo lignaggio Zen: Saichō e la scuola Gozu

Saichō (767-822), il fondatore del Buddhismo Tendai, introdusse nel IX secolo in Giappone anche gli insegnamenti del Buddhismo Chán Beizōng (北宗, Scuola settentrionale) ricevendo, sempre in Cina, anche il lignaggio della scuola buddhista Chán denominata Niútóuchán (anche 牛頭宗, Niútóu zōng), fondata da Fǎróng (594-657), che scomparirà dalla Cina pochi decenni dopo ma che egli trasferirà in Giappone come scuola Gozu (牛頭宗, Gozu shū). Le dottrine Chán erano quindi regolarmente studiate e praticate sul Monte Hiei, sede della scuola Tendai, fin dal IX secolo.

Eisai, Dainichi Nōnin, Enni Ben’en e la scuola Rinzai

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Nel XII secolo, il monaco tendai Eisai (1141-1215) studiò il Chán durante il suo secondo soggiorno in Cina, sotto la guida del maestro Xuan Huaichang (虛庵懷敞, giapp. Kian Esho, date sconosciute), appartenente al ramo Huánglóng (黃龍, giapp. Ōryū) della denominazione Línjì (臨濟, giapp. Rinzai). Tornato in Giappone, ebbe difficoltà ad insegnare tali dottrine al di fuori del contesto curricolare tradizionale previsto dal principale monastero Tendai, l’ Enryaku-ji. Nonostante questo, Eisai non uscirà mai dalla scuola Tendai.

Un primo tentativo di una scuola autonoma Zen fu compiuto da un altro monaco tendai, Dainichi Nōnin (大日能忍, morto nel 1196?)[1] che inviati due discepoli in Cina, ottenne il lignaggio cinese [2] dal maestro Zhuan Deguang (1121–1203) a sua volta erede del Dharma del maestro di denominazione Linji, Dahui Zonggao (大慧宗杲, 1089–1163) [3] fondando la Daruma shū (達磨宗). Un tentativo finito piuttosto male se consideriamo che, nel 1194, un decreto imperiale probirà le sue dottrine e distruggerà la sua scuola con i suoi monasteri [4]. Dopo gli importanti tentativi di Eisai e di Dainichi Nōnin, miglior successo lo ottenne Enni Ben’en (圓爾辯圓, anche Shōichi Kokushi, 1201-1280) altro importante monaco tendai che studiò il Chán dapprima sul Monte Hiei, poi durante un pellegrinaggio in Cina da dove fu il primo a trasferire il ramo Yōgi (楊岐, cin. Yángqí) della denominazione Linji, appreso sotto il maestro cinese Wúzhǔn Shīfàn (無準師範, giapp. Bujun Shipan o Bushun Shihan, 1177–1249).

L’arrivo dei maestri cinesi e la fondazione dei primi templi Zen

Se neanche Enni Ben’en si distaccò dalla scuola Tendai, il fatto che ricoprisse il ruolo di abate del prestigioso monastero Tōfuku-ji (東福寺) [5], a Kyoto, diede grande prestigio alle dottrine Zen da lui insegnate. Ormai i tempi erano maturi perché alcuni maestri cinesi del Chán potessero giungere in Giappone: Lánxī Dàolóng (溪道隆, giapp. Rankei Dōryū, 1213-1278 ), fondatore, nel 1253, del monastero Kenchō-ji (建長寺) a Kamakura; Wùān Pǔníng (兀菴普寧, giapp. Gottan Funei, 1197–1276), vissuto solo 4 anni in Giappone, dove ricoprì il ruolo di abate del tempio Kennin-ji ((建仁寺), fondato da Eisai a Kyoto nel 1202; Dàxiū Zhèngniàn (大休正念, giapp. Daikyū Shōnen, 1214–1289), che fondò il monastero Kinpōzan Jōchi-ji (金宝山浄智寺) a Kamakura; infine Wúxué Zǔyuán (無學祖元, giapp. Mugaku Sogen, 1226–1286), che fu l’abate del monastero Engaku-ji (円覚寺) a Kamakura.

Dōgen e i primi lignaggi autonomi dal Tendai

Nello stesso periodo, un altro monaco tendai nonché discepolo di Eisai, Dōgen (1200-1253), anche lui di ritorno dalla Cina dove aveva studiato sul Monte Tiantong (天童山 Tiantong shan) sotto la guida del maestro, di denominazione Caódòng, (曹洞) Rujing (如淨, 1163-1228), ottenne il certificato di “illuminazione” e il lignaggio di trasmissione (傳法, cin. chuánfǎ, giapp. denpō) della scuola Chán Caódòng.

Tornato in Giappone nel 1225, Dōgen si trasferirà nel 1230 nel tempio Anyo-in (安養院) alla periferia di Kyoto, consumando una frattura definitiva con la scuola Tendai e fondando la scuola giapponese Zen Sōtō [6]. Le scuole del Buddhismo Zen, pur con delle differenze, conservano tutte la centralità della pratica meditativa denominata zazen (座禅), una minore attenzione allo studio dei sutra e una cura particolare (presente peraltro anche nelle altre scuole) nei confronti della trasmissione del “lignaggio” (戒脈, cin. jiè mài, giapp. kai myaku) che procede, secondo questa tradizione, mediante l’ ishin denshin (以心傳心, cin. yǐxīn chuánxīn, trasmissione “da mente a mente”)[7] ovvero da maestro a discepolo senza l’utilizzo delle parole, ovvero per tramite di una intuizione improvvisa che genera l’illuminazione profonda (悟, cin. wù, giapp. go o satori). Le scuole Zen Rinzai e Sōtō sono, unitamente alla associazione laica di derivazione Nichiren Soka Gakkai, le scuole buddhiste giapponesi più diffuse oggi in Occidente.

La diffusione dello Zen in Occidente

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È difficile stabilire quali siano stati i primi approfonditi contatti tra occidentali e il Buddhismo Zen. I flussi di immigrazione ed emigrazione tra i diversi continenti avviatisi in modo massicio sul finire del XIX secolo hanno consentito lo scambio di idee e culture non solo materiali. Il primo episodio di conversione formale di un occidentale al Buddhismo Zen lo si registra tuttavia nel 1906 quando la moglie di Alexander Russel avvia la prima pratica formalmente registrata di zazen e koan con il maestro Zen giapponese Shaku Soen (釈 宗演, 1859–1919) giunto a Chicago nel 1893 su invito di circoli cristiani che promossero, in quell’anno, il World’s Parliament of Religion.

Shaku Soen ebbe modo di conoscere, in quella occasione, i coniugi Russel e fu da questi invitato a tornare negli Stati Uniti nel 1905. Dopo Shaku Soen giunsero i suoi discepoli: D.T. Suzuki (鈴木 大拙 Suzuki Daisetsu, 1870–1966) nel 1899, Shaku Sokatsu (1869–1954) nel 1906 e Senzaki Nyogen ((千崎 如幻, 1876-1958) nel 1905. Fu tuttavia il discepolo di Shaku Sokatsu, Sasaki Shigetsu (meglio conosciuto come Sokei-an, 佐々木 指月-曹渓庵, 1882—1945) a fondare a New York, nel 1931, la Buddhist Society of America (poi ridenominata come First Zen Institute) che seguì fino alla sua morte nel 1945. Negli stessi anni operava, ma a San Francisco e a Los Angeles, Senzaki Nyogen che fondò diversi gruppi di meditazione Zen aperti ai giovani americani.

Grande influenza sulla cultura occidentale la ebbe D.T. Suzuki attivo negli Stati Uniti dal 1897 al 1909 e poi durante gli anni ’50. Egli operò a LaSalle (Illinois), come traduttore e studioso, per la casa editrice Court Publishing Company di proprietà del cittadino americano di origini tedesche Paul Carus (1852‑1919), già conoscente dello stesso Shaku Soen. È comunque nel Dopoguerra che il Buddhismo Zen prende piede negli Stati Uniti, grazie anche al movimento beat. Bisognerà tuttavia aspettare la fine degli anni ’60 per vedere i primi maestri zen occidentali, tra questi vanno ricordati: Richard Zentatsu Baker (1936, di scuola Soto) attivo a San Francisco, Philip Kapleau (1912–2004, di scuola Sanbo Kyodan anche detta scuola di Harada Yasutani, sintetizza sia le dottrine Soto che quelle Rinzai) attivo a Rochester e Robert Aitken (1917, anche lui di scuola Sanbo Kyodan), attivo ad Honolulu. In Europa va ricordata l’opera del monaco di scuola Soto, Taisen Deshimaru (1914-1982) che fu tra i primi, sul finire degli anni ’60 a Parigi, a raccogliere intorno alla sua figura discepoli europei molti dei quali poi ordinati monaci.

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